
Recensione: 21 lezioni per il XXI secolo di Yuval Noah Harari
Pubblicazione: 2018
Casa editrice: Bompiani
Genere: saggio storico, sociologico
Pagine: 528
Dove trovarlo: Amazon, Feltrinelli, Mondadori, Ibs, Il Libraccio
Harari è uno storico, accademico e saggista israeliano, specializzato in storia medievale e militare.
Lo scrittore è conosciuto per i libri: Sapiens. Da animali a dei (2014) e Homo Deus. Breve storia del futuro. (2017)
Il terzo libro di questa serie, invece, si chiama 21 lezioni per il XXI secolo.
Il libro
Dopo averci fatto una panoramica della storia che ha portato l’uomo da semplice esponente della fauna a dio sulla Terra e dopo averci mostrato cosa potrebbe riservarci il secoli a venire, Harari affronta il nostro imminente futuro.
In 21 lezioni per il XXI secolo, infatti, l’autore ci fa una panoramica di quali potrebbero essere i principali problemi che l’umanità si troverà ad affrontare.
Prima fra tutte la mancanza di una narrazione che ci permetterà di inquadrare il mondo come abbiamo fatto fino ad adesso.
Il ruolo che hanno avuto prima le religioni, poi i credi politici ed economici, con l’avvento dell’IA non avranno più senso.
Chi prenderà il loro posto nei prossimi decenni?
Commenti e critiche
Ho affrontato questo romanzo con Il Treno dei Pensieri e meno male!
Se avessi affrontato 21 lezioni per il XXI secolo da sola probabilmente lo avrei abbandonato a metà.
Ho trovato Sapiens e Homo Deus due libri molto interessanti che davano molti spunti e una prospettiva diversa sia sulla storia dell’umanità, sia su ciò che ci aspetta, per quanto mostrassero solo un particolare punto di vista.
Entrambi erano a tratti ripetitivi, ma veniva fatto sempre in modo diverso e perché serviva per esplorare al meglio i concetti portati.
21 lezioni per il XXI secolo, invece, non solo riprende spesso gli stessi concetti presentati nel libro più e più volte, ma va a riprendere molte delle informazioni che avevamo già affrontato in Homo Deus.
Molto spesso, inoltre, si perde il filo spesso e volentieri.
Vi porto il mio caso, avendo letto tutti e tre i libri: mentre seguivo facilmente i primi due, nonostante la quantità di informazioni e i ragionamenti a volte complessi, con questo terzo romanzo ho fatto fatica a seguire il discorso.
Più e più volte non sono riuscita a capire quale fosse il punto, dove volesse andare a parare l’autore.
Alcuni ragionamenti, alcuni capitoli, invece, sono molto interessanti, anche se bisogna sempre tenere a mente che si tratta della prospettiva di Harari che è sicuramente basata sui suoi studi, ma rimangono parziali.
Nei libri, però, non passa questo fatto e spesso Harari parla come se si stesse riferendo a dati oggettivi.
Per fare un esempio stupido: negli ultimi capitoli parla di alcuni film e dà la sua interpretazione.
Tuttavia, non dice apertamente che è la sua interpretazione e passa l’idea che il film volesse dire quello punto e basta.
Questo modo di fare porta il lettore, soprattutto se non ha conoscenze su quello specifico argomento, a pensare che ciò che scrive Harari è un fatto.
In conclusione
Devo confessare che sono molto delusa, proprio perché avevo letto i primi due libri e partivo con delle aspettative alte.
Fate conto che di solito ci metto una o due settimane a leggere un libro: ci ho messo sette mesi.
Ditemi che cosa ne pensate.
Potete leggere anche:
–Il Satiro Scientifico #1 – Riprodursi male a cura di Barbascura X
–Spillover – L’evoluzione delle pandemie di David Quammen
–Specchio delle mie brame di Maura Gancitano
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Alle.


