
Recensione: Qui, solo qui di Christelle Dabos
Pubblicazione: Giugno 2023
Casa editrice: Edizioni e/o
Genere: romanzo fantasy, di formazione
Pagine: 234
Dove trovarlo: Amazon, Feltrinelli, Mondadori, Ibs, Il Libraccio
Dopo la famosissima saga dell’Attraversaspecchi che ci ha tenuto col fiato sospeso per anni e che ha avuto successo in ogni parte del mondo, Christelle Dabos torna nelle librerie.
A giugno di quest’anno, infatti, è arrivato Qui, solo qui un romanzo in cui la magia e le atmosfere criptiche della Dabos si mescolano a una tematica, purtroppo, quotidiana: il bullismo.
Trama
È il primo giorno di scuola, il primo di un nuovo inizio.
Iris si guarda attorno, orfana della sorella più grande che adesso la ignora e non la vuole più tenere per mano. Osserva e vede le minacce nascoste dentro le mura dell’edificio scolastico, le vere regole che reggono il “gioco” dentro l’istituzione, tra i ragazzi. E decide che terrà duro qualsiasi cosa accada.
Ma cosa avviene in realtà dentro la scuola?
Impronte di scarpe sui soffitti come se qualcuno camminasse a testa in giù, banchi che si spostano da soli, il Club Ultrasegreto che raccoglie alcuni allievi alla ricerca di una sostanza misteriosa che provoca le stranezze della scuola e poi…
Commenti e critiche
Il punto centrale di questa storia è proprio l’idea che gli sta dietro, accompagnata dai vari messaggi che troviamo all’interno della narrazione.
Il mondo magico creato, i personaggi e lo sviluppo della trama sono funzionali quasi esclusivamente a questa idea.
Se avete visto i miei video su Narnia sapete come la penso a riguardo: i romanzi devono avere un qualche messaggio da mandare al lettore, ma questo deve rimanere secondario al racconto della storia.
La storia deve risultare bella e avvincente anche nel caso in cui il lettore non colga ciò che l’autore voleva dirgli.
Se, invece, il messaggio è talmente pregnante da schiacciare tutto il resto, per me il romanzo non raggiunge il suo obbiettivo principale: intrattenere.
Proprio per questo, Qui, solo qui, secondo me, non è un buon libro.
Ho capito il senso, ho capito l’idea che ci stava dietro e cosa volesse rappresentare, ma purtroppo la trama risulta mozza.
I personaggi li ho trovati estremamente interessanti e, in parte, mi sono rivista in alcuni di loro, ma ho percepito lo sfruttamento verso il fine narrativo dell’autrice.
In conclusione
Nonostante i singoli elementi della narrazione siano validi, purtroppo lo svolgimento generale lascia molti punti in sospeso, proprio perché la trama è stata messa in secondo piano.
In Qui, solo qui Dabos poteva creare un mondo strano e misterioso, così come aveva fatto nella sua saga più famosa, purtroppo, però, mancano molti elementi per arrivare allo stesso risultato.
Se vi va, vi lascio la mia recensione video che è un po’ più completa.
Potete leggere anche:
–L’Attraversaspecchi – Christelle Dabos
–Dal libro al film: Le Cronache di Narnia – Il Leone, la Strega e l’Armadio
–Nevernight – Mai dimenticare (1) di Jay Kristoff
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Alle.

ciao Allegra,
ATTENZIONE SPOILER!
secondo me il senso è tutto nelle ultime parole del libro: “Non si è buttato”, dice un nuovo studente. Secondo me, significa che ogni studente ha la possibilità, almeno in teoria, di scegliere se avere paura o non avere paura, (quasi) indipendentemente da ciò che gli/le gira intorno.
Non importa che il mistero non si risolva, perché il mistero non esiste.
Non è un libro fantasy, assolutamente no, quindi non necessita di una coerenza interna.
Mi ha ricordato “Mentre noi restiamo qui”, di Patrick Ness. L’hai letto? Due mondi paralleli: quello fantastico è necessario per provare a interpretare quello reale, ma è e resta fantastico. E’ quello reale che incide sulla vita.
Aggiungo solo che non ho letto “L’Attraversaspecchi”, perché non mi piace il fantasy, ed è il motivo per cui mi è piaciuto molto questo libro.
A presto, grazie.
Marco
Sono d’accordo con l’interpretazione del finale e hai ragione che il senso del libro è quello, però è un fantasy. È stato pensato e strutturato per creare questo mondo intriso di magia e mistero e, nonostante il messaggio, bisogna rispettare i canoni del genere scelto.
Il messaggio è importante, ma è secondario, il lettore potrebbe anche non coglierlo proprio, cosa più importante ancora è la storia che stai raccontando e se scegli una modalità poi devi rispettarne i canoni.