
Recensione: Risveglio a Parigi di Margherita Oggero
Casa Editrice: Mondadori
Pubblicazione: 2009
Genere: narrativa
Pagine: 307
Dove trovarlo: Amazon, Feltrinelli, Mondadori, Ibs, Il Libraccio
Margherita Oggero è una scrittrice Torinese.
Ha pubblicato il suo primo romanzo, La collega tatuata, nel 2002, diventata un film due anni dopo, Se devo essere sincera.
Negli anni ha pubblicato numerosi romanzi e ha creato i racconti da cui è nato Provaci ancora prof!
Trama
Silvia, Barbara e Mariangela hanno programmato il viaggio a Parigi quando andavano alle medie.
I tempi della scuola sono finiti da un pezzo, la loro vita ha preso tre strade diverse e a Parigi ci sono già state, ognuna per conto proprio.
A trentadue anni il momento di quel viaggio è arrivato e, nonostante tutto, lo organizzano lo stesso.
Il viaggio non va come sperato fin dalla partenza, infatti, Manuel, il figlio di Mariangela, vuole partire con loro a tutti i costi.
Le tre ragazze si trovano a fare i conti con il tempo passato, con loro che sono cambiate e con tutte le loro ansie, le delusioni e le contraddizioni che la vita si è portata con sé.
Commenti e critiche
Risveglio a Parigi non mi è piaciuto per niente.
A giudicare dalla lista prolifica di libri di Margherita Oggero, forse, sono l’unica a pensarla così, quindi vi lascio la sezione commenti, nel caso abbiate letto il libro, e vogliate darvi la vostra opinione.
Intanto vi racconto cosa non mi ha convinto di questo romanzo.
Si tratta di un romanzo corale, in cui il punto di vista passa da un personaggio all’altro, il problema è che i punti di vista, secondo me, sono troppi e si passa da una narrazione in prima persona a una in terza.
Questo rende il libro estremamente caotico e a tratti anche noioso perché personaggi assolutamente secondari finiscono per avere intere pagine.
Esempio: personaggio X ci viene mostrato sempre e solo dal punto di vista di Silvia e lei lo vede in un modo parziale. Nel capitolo di X, invece, scopriamo che in realtà c’è molto altro, che X ha una personalità molto più profonda di come lo vedeva Silvia.
In questo modo il capitolo di X avrebbe avuto senso.
Nel romanzo, però, non succede questo. Quando arriviamo al capitolo di X, in realtà, vediamo semplicemente la stessa versione di Silvia, ma dal punto di vista di X.
Il risultato è che tutti questi capitolo sono inutili e sono serviti solo a rubare tempo alla storia principale e allo sviluppo e all’approfondimento delle protagoniste.
Uno dei grandi problemi che ho riscontrato, infatti, è proprio che la storia si risolve in un niente.
Non ho davvero capito cosa questo viaggio avrebbe dovuto mostrare a Silvia, Barbara e Mariangela.
Uno sviluppo da commedia di quart’ordine dove si fanno problemi per qualsiasi cosa e poi questi vengono risolti in un abbraccio di gruppo e in un paio di lacrime.
Inoltre, i personaggi non sono ben caratterizzati e ognuno ha la stessa identica voce sia per quanto riguarda la narrazione, sia nei dialoghi.
Indipendentemente dal contesto in cui vivono, dalla professione, da tutto, usano lo stesso gergo, le stesse abbreviazioni, lo stesso modo di strutturare le frasi.
Questo non è realistico.
In conclusione
L’intento era davvero interessante, così come i personaggi e i loro background.
La struttura del romanzo è molto simile ai romanzi di Perrin o di Sally Rooney, ma la realizzazione, secondo me, lascia molto a desiderare.
Non ho letto altri libri di Oggero e Risveglio a Parigi non mi ha fatto venire voglia di scoprire altro dell’autrice.
Potete leggere anche:
–Tre di Valérie Perrin
–Atti osceni in luogo privato di Marco Missiroli
–La gabbia dorata – Camilla Läckberg
Ditemi cosa ne pensate di queste opere e, se volete, potete seguirmi sugli altri social: Instagram Facebook, TikTok.
Alle.

Brava Margherita