
Recensione: I miei giorni alla libreria Morisaki di Satoshi Yagisawa
Titolo originale: Morisaki shoten no hibi
Pubblicazione: 2010 (2022 Italia)
Casa editrice: Feltrinelli
Genere: Narrativa
Pagine: 149
Dove trovarlo: Amazon, Feltrinelli, Mondadori, Ibs, Il Libraccio
I miei giorni alla libreria Morisaki è il romanzo di esordio di Satoshi Yagisaswa.
Il libro ha vinto il premio Chiyoda, diventando anche best seller internazionale e ispirando un omonimo film.
Trama
Takako ha appena saputo che il suo ragazzo, nonché collega, si sta per sposare… e non con lei.
Questa notizia e la fine della sua relazione la sconvolge, stravolgendo completamente il suo mondo.
Ritrovatasi senza lavoro e senza l’amore la atterra completamente. Rimane a casa, nel suo futon finché suo zio non la chiama per aiutarlo nella sua libreria.
Così, Takako si trasferisce a Jinbōchō, il quartiere delle librerie e paradiso di ogni lettore.
Takako inizia ad affacciarsi al mondo, riprende a leggere, a stringere amicizia e pian piano la sua vita ricomincia a correre.
Commenti e critiche
Se dovessi scegliere un solo elemento per parlare de I miei giorni alla libreria Morisaki, sarebbe l’atmosfera.
Si riesce a respirare la magia del quartiere, di questa via piena di librerie piene di libri antichi, particolari e fa venire voglia di correre in Giappone.
La trama, invece, è un po’ banale, non c’è così tanta introspezione.
In parte funziona per il fatto che, proprio perché è condivisibile e ci si immedesima facilmente, però, riflettendoci Takako non ha una caratterizzazione davvero precisa.
Forse è dovuto alla cultura giapponese, poco individualista e, di conseguenza che porta la persona a ragionare poco sui propri sentimenti, oppure per il fatto che lo scrittore è un uomo e non è riuscito davvero a centrare il punto di vista che aveva scelto.
Sono mie teorie, se ne avete altre, scrivetemelo qui sotto nei commenti.
A volte bisogna anche fermarsi. È come una sosta in un lungo viaggio. Immagina di aver gettato l’ancora in una piccola baia.
In ultimo, il romanzo è diviso in due parti e, purtroppo, la prima parte non è ben collegata alla seconda, ma soprattutto non è una vera conclusione per la prima parte.
Invece di vedere come Takako affronti il ritorno alla propria quotidianità, invece di continuare il percorso insieme a lei, la narrazione si concentra su un altro personaggio che fino a quel momento era stato terziario.
Lo avevamo solo sentito nominare e, di conseguenza, non ci interessa più di tanto cosa gli succeda.
Vi lascio il mio video, se volete saperne di più.
In conclusione
È un romanzo godibile, ho segnato molte frasi che lasciano il segno e fanno scattare delle riflessioni interessanti.
Invece della storia in sé rimane veramente poco se non, appunto, l’atmosfera creata.
Potete leggere anche:
–Seni e uova di Mieko Kawakami
–La trilogia dei colori – Maxence Fermine
–L’amore finché resta; Giulio Perrone
Qui sotto nei commenti, ditemi cosa ne pensate de I miei giorni alla libreria Morisaki e, se volete, potete seguirmi sugli altri social: Instagram Facebook, TikTok.
Alle.
