
Recensione: I Testamenti (Il racconto dell’Ancella #2)
di Margareth Atwood
Titolo originale: The Testaments
Pubblicazione: 2019
Casa editrice: Ponte delle Grazie
Genere: Distopia
Pagine: 512
Dove trovarlo: Amazon, Feltrinelli, Mondadori, Ibs, Il Libraccio
I testamenti, pubblicato nel 2019, è il romanzo che segue e conclude la storia iniziata con Il racconto dell’ancella (1985).
Il primo libro ha ispirato anche una serie tv, prodotta dalla HBO e visibile, in parte, su Prime Video.
I testamenti, però, nonostante sia uscito anni dopo la serie televisiva, credo vada in una direzione diversa rispetto alla trasposizione.
Trama
Sono passati anni dalla fuga dell’Ancella le cui registrazioni erano andate a formare Il racconto dell’ancella, ma a Gilead non sembra cambiato niente.
Sembra, appunto, perché dalle parole di Zia Lydia che, nel più totale segreto, sta scrivendo la propria testimonianza e stia raccogliendo dati per minare dall’interno la credibilità dello stato e mostrarne al mondo la corruzione.
L’unico problema è riuscire a fare uscire tutte quelle informazioni da Gilead.
Il romanzo si costruisce attraverso tre punti di vista: quello di Zia Lydia, che grazie alla sua posizione è a conoscenza di molti meccanismi dello stato, nonché della sua formazione; quello di Daisy, una ragazzina di sedici anni cresciuta in Canada, infine quello di Agnes, una bambina nata prima dell’avvento di Gilead, data in affidamento a un comandante e sua moglie.
Commenti e critiche
La problematica più grande del Racconto dell’ancella era proprio la sua struttura confusionaria, dove i fatti si mescolavano con le ideazioni fantastiche dell’Ancella.
Questo, unito al fatto che l’Ancella non aveva a disposizione molte delle informazioni sul regime in cui si trovava, ci dava una visione parziale dell’intera storia e ci lasciava con un grande senso di insoddisfazione.
Personalmente non ho avuto questa esperienza, visto che ho conosciuto quest’opera dalla serie tv, quindi avevo avuto tutte le spiegazioni del caso, ma sarei stata molto più confusa se fossi partita dal romanzo.
Con I testamenti, invece, proprio grazie al fatto che abbiamo il punto di vista di una persona in una posizione di potere (Zia Lydia), un altro di una ragazza cresciuta dal regime (Agnes), e l’ultimo di una persona esterna (Daisy), ci permette di avere una visione piuttosto completa di Gilead.
Mettendo insieme tutti questi punti di vista e quello del Racconto riusciamo a ricostruirci un’idea abbastanza oggettiva del mondo che ha costruito Atwood.
Non vi nascondo che la mia affezione verso queste opere deriva in modo particolare dalla serie tv.
Se avessi letto solo i romanzi, forse non mi sarei interessata tanto.
Forse non avrei mai letto neanche il secondo libro.
Questo perché l’idea alla base del Racconto dell’Ancella è davvero intrigante, ma il suo sviluppo non mi ha dato vera soddisfazione in quanto lettrice.
Molto meglio per quanto riguarda questo secondo romanzo, tuttavia, se non avessi visto la serie tv, non sarei stata così tanto affezionata ai personaggi da voler sapere a ogni costo cosa gli stava accadendo.
Se avete letto il primo romanzo o avete visto la serie tv e siete curiosi di scoprire cosa si nasconde in queste pagine, ma non avete voglia di affrontare il libro, vi lascio il mio riassunto!
In conclusione
Il mondo creato da Margaret Atwood mi è piaciuto molto, anche se, devo ammettere, la distopia è tra i miei generi preferiti, quindi sono un po’ di parte.
Sia Il racconto dell’Ancella, sia I testamenti sono romanzi molto scorrevoli, quindi se volete dare loro una possibilità, non correte il rischio di trovarvi invischiati in un mattone lento e infinito.
Potete leggere anche:
–Dal libro alla serie: Il Racconto dell’Ancella
–Via col vento di Margareth Mitchell
–Donne Difficili di Helen Lewis
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Alle.

