
Recensione: Lolita di Vladimir Nabokov
Pubblicazione: 1955
Genere: tragicommedia, erotco
Pagine: 395
Dove trovarlo: Amazon, Feltrinelli, Mondadori, Ibs, Il Libraccio
Lolita è stato scritto in lingua inglese e pubblicato a Parigi nel 1955.
Solo dieci anni dopo è stato tradotto in russo da Nabokov stesso.
Inizialmente il romanzo suscitò molto scandalo a causa della natura della tram.
Successivamente ne realizzarono molteplici trasposizioni finché il termine “lolita” non è entrato a far parte della lingua.
Trama
Humbert Humbert è un professore di trentasette anni che, dopo il recente divorzio e un esaurimento nervoso, decide di lasciare il lavoro e trasferirsi nel New England.
Qui vivrà a pensione da una giovane donna, Charlotte Haze, e con la figlia dodicenne, Dolores Haze.
La vista di questa ragazzina gli fa tornare in mente il suo primo amore giovanile e dalla prima occhiata viene attirato inesorabilmente da Dolores, da lui denominata Lolita.
Commenti e critiche
Parto dal dire che io ho ascoltato questo testo, ma l’interpretazione di Marco Baliani, secondo me, è una nota di merito che mi ha fatto apprezzare il testo ancora di più.
In Lolita la voce narrante è quella del protagonista, Humbert Humbert che ci racconta in prima persona l’intera vicenda.
È chiaro fin dalle primissime pagine che Humbert Humbert non è solo il protagonista della storia, ma anche l’antagonista.
Io adoro quando in un romanzo vengono ribaltati i ruoli tipici e il modo in cui Nabokov ha creato Humbert Humnbert è magnifico.
Ci si rende conto fin da subito quindi che non possiamo fidarci di quello che ci viene raccontato perché il punto di vista di Humbert è distorto.
Capiamo in fretta che molto spesso lui vede quello che vuole vedere e per lui, ma anche per noi, quella diventa la realtà.
Lolita, infatti, viene dipinta come la cattiva della situazione. Una ragazzina viziata, irriconoscente e provocante.
Tuttavia, non possiamo sapere quale sia il vero comportamento di questa ragazza.
Ciò che è chiaro è che non è come ci viene descritta da Humbert.
Non sapremo mai com’è andata davvero la faccenda e possiamo solo immaginare quali comportamenti lei abbia messo in atto e come abbia cercato di sopravvivere in una situazione del genere.
Inoltre, nonostante non vi siano dubbi sul fatto che quello che prova e fa Humbert sia sbagliato, tanto che si biasima da solo per le sue passioni per le “ninfette”, si capisce quanto questa pulsione non sia una scelta.
Lo riusciamo a vedere proprio dal suo un modo malato di scrivere, di giustificarsi, quasi compulsivo, come se avesse bisogno di convincersi da solo.
Questo bisogno nasce proprio dalla consapevolezza di star facendo qualcosa di sbagliato, ma tuttavia non essere in grado di fermarsi.
Un po’ come se si parlasse di un vero e proprio comportamento di abuso di sostanze.
In conclusione
Il romanzo ha fatto scandalo all’epoca, ma questi argomenti toccano ancora molto pesantemente la società.
Lolita, per quanto mi riguarda, è un romanzo attuale, inquietante e allo stesso tempo affascinante.
Riesci a calarti nei panni di Humbert, ma allo stesso tempo ti senti a disagio e incredulo per ciò che sta succedendo.
Libro assolutamente consigliato.
Io l’ho ascoltato, ma credo che in futuro tornerò a leggerlo e sono già impaziente.
Potete leggere anche:
–Via col vento di Margareth Mitchell
–Piccole donne di Louisa May Alcott
–Il danno di Josephine Hart
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Alle.
