
Recensione: Il re delle cicatrici (Grishaverse #6)
di Leigh Bardugo
Titolo originale: King of Scars
Pubblicazione: Marzo 2022
Casa editrice: Mondadori
Genere: fantasy
Pagine: 420 circa
Dove trovarlo: Amazon, Feltrinelli, Mondadori, Ibs, Il Libraccio
Il re delle cicatrici di Leigh Bardugo è il sesto libro della Grishaverse.
La saga inizia con la trilogia: Tenebre e ossa, Assedio e Tempesta e Rovina e Ascesa.
E prosegue con: Sei di corvi e Il regno corrotto.
Il re delle cicatrici e La legge dei lupi seguono le vicende affrontate nei libri precedenti.
In lingua originale, il libro è uscito nel 2019, ma la storia dell’arrivo di questa saga nel nostro paese è una storia a sua volta, quindi mi fermo qui.
Nella trama, ovviamente ci saranno spoiler sui libri precedenti, quindi, se ancora non li avete letti e ne avete l’intenzione, andate direttamente nella sezione recensione.
Trama
Nikolai Lantsov, dopo gli avvenimenti che hanno sconvolto Ravka e messo in pericolo l’intera popolazione Grisha, è finalmente salito al trono.
Il compito, però, risulta ancora più difficile del previsto.
La nazione di Fjerda spinge sui confini nord, mentre Shu Han preme da Sud, schiacciando Ravka verso un conflitto che non vuole intraprendere.
Anche i paesi alleati sono venuti a chiedere il conto: Ravka si ritrova in mezzo alla rivalità tra Kerch e Novyi Zem, senza poter scegliere con quale delle due schierarsi.
I problemi a Ravka non finiscono mai, infatti, Nicolai era stato infettato dall’Oscuro e, di notte, un mostro d’ombra prende il sopravvento sulla sua coscienza, scappando dal palazzo e mettendo in pericolo le città vicine.
A sostenerlo nei suoi nuovi compiti, il suo generale a capo del Secondo Esercito, Zoya Nazyalensky, e il triumvirato Grisha a cui prendono parte anche David e Genya.
Nina, nel frattempo, è tornata a Ravka, rientrando nel Secondo Esercito ed è stata mandata a Fjerda sotto copertura per raccogliere informazioni e far scappare più Grisha possibile dallo stato nemico.
Commenti e critiche
Partiamo dal presupposto che niente potrà mai raggiungere le vette di Sei di corvi e andiamo avanti con questo punto fermo in mente.
Io ho speranze per La nona casa, ma non voglio dirlo troppo forte.
Il re delle cicatrici a livello di trama, secondo me, è uno scalino sopra rispetto a Tenebre e ossa, che aveva la tipica struttura da young adult fantasy: triangolo amoroso e ops la trama sta anche andando avanti in sottofondo.
Il focus del Re delle cicatrici, invece, sono i giochi politici, il principale elemento che manda avanti la trama è la preoccupazione verso Ravka e lo fa attraverso i sentimenti di Nikolai e la sua lotta contro sé stesso e contro il mostro.
Nikolai è un personaggio da cui si viene affascinati fin dalla sua comparsa in Assedio e tempesta e, volendo tornare a parlare di Ravka, era l’unico che poteva prendere il posto di Alina quale protagonista.
Il libro non è esente da storie d’amore, ma, quasi come in Sei di corvi, queste sono ignorate dagli stessi personaggi perché troppo impegnati a risolvere problemi più grandi.
Il lettore, infatti, è molto più consapevole dei protagonisti stessi dei sentimenti che si stanno sviluppando tra loro.
Questo modo di far emergere la parte più romantica della vicenda, gli dà un tono più realistico e adulto.
Soprattutto non dà la fastidiosa sensazione che si provava con Tenebre e ossa dove tutto il resto passava in secondo piano, nonostante si parlasse letteralmente della fine del mondo.
Il personaggio di Zoya è quello che, secondo me, spicca di più.
Si è trasformata da comparsa e nemesi della protagonista ad aiutante e questo ci dà la possibilità di conoscerla davvero per la prima volta, invece che vederla solamente attraverso le lenti di Alina.
Si è già dimostrata incredibile, ma credo che nel Regno dei lupi, ci riserverà ancora delle sorprese.
Unico personaggio, invece, rimasto da Sei di corvi, Nina e, devo dire, che le sue parti sono anche quelle che ho letto con più trasporto.
Sarà per i miei sentimenti nei confronti di Sei di corvi, ma, secondo me, Bardugo riesce a dare il meglio di sé con trame che comprendono piani e sotterfugi.
Altri capitoli molto belli, infatti, quelli che riguardano la corte di Ravka, quando Nikolai è assente.
Peccato che Nina fosse solo una delle voci del romanzo e le sue parti siano molto diluite in mezzo alle altre.
In conclusione
È stata una lettura piacevole e sono molto curiosa di sapere come si conclude.
C’è da dire, però, che non è all’altezza di Sei di Corvi e per ora non spicca come “memorabilità”.
Non credo che diventerà mai uno di quei libri che mi piacerebbe rileggere.
Voglio conoscere la storia, ma una volta letto, sono a posto così.
Per questa recensione è tutto, spero possa esservi utile. In ogni caso, fatemelo sapere nei commenti.
Potete leggere anche:
–La nona casa – Leigh Bardugo
–L’Attraversaspecchi – Christelle Dabos
–Piranesi – Susanna Clarke
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Alle.






