Recensione: Una vita da libraio di Shaun Bythell
Titolo originale: The Diary of a Bookseller
Casa Editrice: Einaudi
Pubblicazione: 2019
Genere: Narrativa
Pagine: 380
Dove trovarlo: Amazon, Feltrinelli, Mondadori, Ibs, Il Libraccio, Kobo
Shaun Bythell è un libraio, proprietario di una libreria dell’usato in Scozia.
Una vita da libraio è il suo primo libro, una raccolta di appunti presti durante un anno di lavoro in libreria.
Trama
Dal cliente che entra per complimentarsi dell’esposizione in vetrina, senza accorgersi che le pentole servono a raccogliere la perdita d’acqua dal tetto, alla vecchietta che chiama periodicamente chiedendo i titoli più assurdi, alle mille, tenere vicende di quanti decidono di disfarsi dei libri di una vita. The Book Shop, la libreria che Shaun Bythell contro ogni buonsenso ha deciso di prendere in gestione, è diventata un crocevia di storie e il cuore di Wigtown, villaggio scozzese di poche anime.
Commenti e critiche
Tra tutti i libri comprati negli ultimi due anni, questo è quello che mi ha fatto sentire di aver buttato via i miei soldi.
Dopo questa frase super cattiva, facciamo un respiro profondo, così vi spiego i motivi.
Non mi aspettavo un romanzo, ma almeno una riscrittura degli appunti presi durante le giornate di lavoro, in modo da aggiungere delle descrizioni, dare un minimo di continuità agli appunti, creare dei veri e propri personaggi e trovare un filo conduttore per fare in modo di raccontare una storia.
Invece, Shaun Bythell non ha fatto niente di tutto ciò.
Ci ritroviamo in mano dei veri e propri appunti, forse con un minimo di editing e correzione, ma niente più di questo.
Inoltre, non racconta davvero niente di interessante.
Non vorrei essere cattiva, trattandosi di una persona reale, tuttavia il proprietario si rivela essere un lamentoso reazionario, contro tutte le novità che hanno cambiato sia il lavoro di libraio, sia il resto del mondo.
Per innumerevoli pagine non fa altro che lamentarsi di Amazon, del mondo online, in generale, poi, però non lo vediamo fare niente per sfruttare al meglio le innovazioni.
Facciamo un paio di esempi.
Vende molti libri tramite delle piattaforme online. La maggior parte dei libri che gli ordinano non li trova e lui si lamenta del fatto che i clienti gli lascino recensioni negative o i siti lo avvisano che stanno per chiudergli l’account.
Si lamenta costantemente che dopo l’avvento di internet non guadagna più come una volta, poi però lo vediamo spesso e volentieri a pescare, in vacanza, a comprare altri libri, non nel giorno di chiusura, ma lasciando le dipendenti in negozio…
Sempre rimanendo sulla questione dipendenti: non ne descrive una che gli piaccia, che sia educata o che, semplicemente, non lo tratti a pesci in faccia o arrivi in orario, porti a termine le sue richieste. Comportamenti normali con il datore di lavoro, insomma.
Bythell, però, non fa niente! Le tiene, non le richiama neanche, però non fa altro che lamentarsi.
Potremmo lamentarci di quante volte io abbia usato la parola “lamentarsi”.
Se volete sentire altre… lamentele, vi lascio il video della recensione:
In conclusione
Il libro sarebbe potuto essere interessante, ma sembra incompleto.
Lo scrittore non ha fatto niente per rendere i suoi appunti appetibili a chiunque non frequentasse la libreria o lui.
Ci vengono detti (sottolineo: detti, non raccontati) degli avvenimenti che accadono coi clienti, nella sua vita, ma senza darsi la pena di portare il lettore nella vicenda.
Quegli appunti sono stati scritti e come tali rimangono a esclusivo uso dello scrittore.
Continue carezze al proprio ego.
Io, se fossi una delle persone citate nel libro, amici, dipendenti, la sua ragazza, sarei offesa dal modo in cui Bythell mi vedrebbe.
Cosa che deve essere successa, perché lui e la sua compagna si sono lasciati!
In pratica, dalle sue descrizioni, lui è l’unico che ne esce bene, peccato che non sia la stessa cosa per i fatti che ci fanno capire molto di più.
Si tratta proprio di un libro che non ha niente di positivo da dare: non fa ridere, non ti fa capire bene come funziona questo mondo, non ti mostra personaggi (persone in questo caso) che vorresti conoscere nella vita vera.
È proprio un libro vuoto.
Se pensavate di comprare questo libro, risparmiatevelo.
Per questa recensione è tutto.
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Potete leggere anche:
–La libreria dei desideri di Claire Ashby
–La Biblioteca alla Fine del Mondo; Will Schwalbe
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Alle.

Una vita da libraio – Amazon, Feltrinelli, Mondadori, Ibs, Il Libraccio, Kobo