Recensione: La felicità del cactus di Sarah Haywood
Titolo originale: The Cactus
Pubblicazione: giugno 2018
Casa Editrice: Feltrinelli
Pagine: 362
Dove trovarlo: Amazon, Feltrinelli, Mondadori, Ibs, Il Libraccio, Kobo
La felicità del cactus è il romanzo di esordio di Sarah Haywood, scrittrice britannica.
Trama
Susan Green è una maniaca del controllo che ha impostato la sua vita perché tutto fosse esattamente come lo vuole lei, o almeno così credeva.
All’età di quarantacinque anni l’inaspettata morte della madre scuote le sue fondamenta, in aggiunta a una gravidanza inaspettata.
Il suo mondo ordinato e rassicurante non esiste più e Susan cerca in ogni modo di incorporare questi enormi cambiamenti nel suo stile di vita, senza voler accettare che la vita non può sempre andare dove vogliamo noi.
Commenti e critiche
Con La felicità del cactus non è stato amore a prima vista: avevo iniziato a leggere il libro nel 2019, ma dopo la prima pagina l’ho abbandonato senza un briciolo di curiosità.
Riprendendolo in mano a settembre, mi sono innamorata della protagonista e dell’incipit del romanzo: la prima pagina mi ha conquistata completamente.
Insieme a Susan ci addentriamo nel suo mondo pieno di regole e limiti che si è autoimposta con lo scopo di avere una vita ordinata e perfetta.
Mi sono ritrovata subito in sintonia con questa protagonista. In generale è il libro stesso che vuole farti apparire normale il modo di pensare di Susan.
Il libro è stato suddiviso in mesi: nonostante la protagonista tratti la sua gravidanza come un aspetto secondario e poco importante della sua vita, un aspetto sotto il suo totale controllo, questa scelta ci fa capire che già dalle prime pagine è ciò che dirige la sua vita.
Il punto focale della trama e della protagonista stessa, invece è la lotta contro suo fratello per il testamento di sua madre.
E mentre lei è bloccata a guardare solo in quella direzione, intorno accade tutto, si crea un’amicizia inaspettata, sboccia un interesse romantico inusuale per Susan e il bambino cresce dentro di lei, già fuori dal suo controllo, più di quanto lei sia disposta ad ammettere.
La scrittura è guidata dalla logica ferrea della protagonista, abbiamo sempre davanti agli occhi il suo filtro per vedere il mondo, ma non essendo lei, possiamo renderci conto un po’ di più della realtà e vedere quanto possa essere sbagliato negarsi molte possibilità per favorire le proprie manie di controllo.
Riusciamo a capire la sua posizione, ma allo stesso tempo riusciamo a vedere le crepe dei suoi ragionamenti e i risvolti negativi.
In conclusione
La felicità del cactus mi ha lasciata piacevolmente sorpresa ed è andato direttamente nella classifica delle migliori letture del 2020.
Non è un libro impegnato, ma fornisce molti spunti di riflessione in maniera brillante e sagace.
Soprattutto se avete una personalità che tende al controllo maniacale.
Potete leggere anche:
–Tre Donne – Lisa Taddei
–La ricamatrice di Winchester; Tracy Chevalier
–Tutta colpa di Jack – Mara Munerati
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