Parliamone: L’uomo che scambiò sua moglie per un cappello
Titolo originale: The Man Who Mistook His Wife For a Hat
Pubblicazione: 1985
Casa Editrice: Gli Adelphi
Pagine: 320
Dove trovarlo: Amazon, Feltrinelli, Mondadori, Ibs, Il Libraccio, Kobo
Oliver Sacks è stato un medico, chimico e scrittore britannico, è stato docente di neuorologia e psichiatria alla Columbia University.
Sacks è stato autore di molti best seller, tra cui L’uomo che scambiò sua moglie per un cappello, uno dei suoi libri più famosi.
Trama
“E’ un libro che vorrei consigliare a tutti: medici e malati, lettori di romanzi e di poesia, cultori di psicologia e di metafisica, vagabondi e sedentari, realisti e fantastici. La prima musa di Sacks è la meraviglia per la molteplicità dell’universo.”
Pietro Citati
Parliamone
Sempre la solita premessa: in questa tipologia di video, io scrivo quello che mi passa per la testa più o meno con un senso logico.
Sacks in L’uomo che scambiò sua moglie per un cappello divide il libro in tre grandi tematiche: le perdite, gli eccessi e “il mondo dei semplici”.
Attraverso questo percorso si riesce a capire come spesso diamo per scontate un’infinità di cose fondamentali che notiamo solamente quando vengono a mancare, oppure non sono in equilibrio.
Ancora di più, si ci rende conto che non sono solo le mancanze a creare problemi. Tutto ciò che scombina il nostro equilibrio, anche se piccolo e apparentemente insignificante, può creare problemi enormi.
Non ci si pensa mai, diamo per scontati molti punti della nostra vita che non dovremmo dare affatto per scontato.
Dopo questo giro di parole, torniamo al libro.
Oliver Sacks è in grado di riportare i casi clinici con una sensibilità e un’empatia unici.
Riesce a trattare la malattia in maniera interessante e completa, ma senza che i pazienti diventino oggetti da studiare in cui l’unico aspetto da tenere in considerazione è la loro malattia.
Scritto così sembra quasi scontato, nella realtà purtroppo non lo è.
Si spinge a chiedersi cosa si possa considerare vita quando una lesione cerebrale si porta via il tuo intero futuro, come nel caso “Il marinaio perduto” in cui Jimmie G. era rimasto fermo al 1943 e neanche se ne rendeva conto.
Qualsiasi avvenimento accaduto dopo, veniva irrimediabilmente cancellato dopo pochi minuti, costringendolo a vivere nel passato.
O in un altro caso, dove Christina aveva perso completamente il senso della propriocezione e di conseguenza la capacità di controllare il proprio corpo, se non volontariamente.
Anche dopo anni di terapia e dopo aver riappreso la capacità di controllare i propri movimenti, il suo stesso corpo continuava a sembrarle estraneo.
Oltre a mostrare, appunto, come un danno cerebrale possa portare a malattie e disagi tra i più improbabili, ci mette davanti anche a chi siamo come esseri umani e che cosa sia veramente la nostra vita.
Mettendo anche un po’ di ansia a un certo punto, perché ci si rende conto di quanto la normalità sia precaria.
Riflette su come noi siamo i nostri ricordi stessi, su quanto una persona si possa ancora considerare tale se li perde, se rimane bloccata in un eterno presente.
Sto leggendo anche Una stanza piena di gente al momento ed è incredibile ciò che può fare la mente umana ed spaventoso pensare a quanto poco ancora sappiamo…
Le pagine scorrono senza che ce ne si renda conto: Sacks scrive in maniera semplice nella maggior parte dei casi.
Ogni tanto, però, dà per scontate alcune questioni che non lo sono affatto e risulta poco comprensibile a chi già non abbia una conoscenza pregressa della materia.
Visto che quei pezzi alla fine non sono il punto centrale di ciò che ti sta raccontando, non pesano sulla qualità del libro.
In conclusione
Non solo un saggio di psicologia, quindi, ma ha anche una piega filosofica.
Una lettura profonda e accattivante: casi strambi, ma allo stesso tempo agghiaccianti.
Se state iniziando ad approcciarci al mondo della saggistica, Oliver Sacks può essere un buon autore da cui partire.
Potete leggere anche:
-Come acchiappare un asteroide – Adrian Fartade
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Alle.

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