Recensione: La fabbrica delle bambole di Elisabeth Macneal
Titolo originale: The Doll Factory
Pubblicazione: ottobre 2019
Casa Editrice: Einaudi
Genere: Storico
Pagine: 400
Dove trovarlo: Amazon, Feltrinelli, Mondadori, Ibs, Il Libraccio, Kobo
Il romanzo di Elisabeth Macneal è stato pubblicato per la prima volta nel Regno Unito a maggio del 2019, arrivano da noi solo dopo l’estate.
Si tratta del primo romanzo dell’autrice scozzese.
Trama
Iris Whittle lavora nell’emporio delle bambole di Mrs Salter, ma dipingere occhietti vitrei e guance rosee giorno dopo giorno la annoia: il suo grande sogno è quello di dipingere
La sua famiglia e la sua stessa gemella è contro questa sua passione. Inoltre, con un difetto alla clavicola, farebbe meglio a trovarsi un buon marito e accontentarsi.
La passione di Iris, però, è troppo forte e, quando il pittore Louis Frost le chiede di fargli da modella, la ragazza non può fare a meno di chiedergli delle lezioni di disegno.
Riesce a guadagnare abbastanza per affittare una stanza per conto proprio e lasciare la fabbrica di Mrs Salter, anche se il prezzo è di essere ripudiata dalla sua famiglia…
Commenti e Critiche
La copertina di questo romanzo è sicuramente l’elemento più accattivante del libro.
Un bellissimo prodotto, purtroppo la storia non è altrettanto interessante. Mi è sembrata quasi la brutta copia de La Ragazza con l’orecchino di perla.
Ci viene dipinto questo spaccato dell’800: da una parte un mondo di arte e passione, dove i soldi non sono un problema, sembrano apparire quasi per magia e le persone sono libere di seguire i propri desideri.
Dall’altro la lotta costante per guadagnarsi da vivere ogni giorno, un penny alla volta dipingendo occhietti vitrei di bambola o cercando carcasse in mezzo alla strada.
Iris riesce a passare da un mondo all’altro, ma la prosa non riesce a trasmettere un vero e proprio cambiamento del personaggio.
La ragazza non sembra cambiare, si adatta immediatamente alla nuova vita: il modo in cui ci viene raccontata la vicenda non ci fa percepire alcuna difficoltà nel passaggio.
Come se Iris si trovasse nel posto sbagliato e semplicemente si è spostata dove doveva stare.
È un passaggio veloce, rapido, quasi obbligato e quindi non risulta interessante.
Capiamo, quindi, che il soggetto della storia non è l’inseguimento dei sogni da parte di Iris.
Infatti, abbiamo già conosciuto un altro personaggio oscuro, misterioso e malato: Silas, un tassidermista che spera di distinguersi con qualche pezzo raro.
Silas si fissa con Iris e per tutto il romanzo la pedina e la studia, la tensione cresce man mano, fino ad arrivare al culmine, ma la storia si risolve in pochissime pagine.
Pagine e pagine di preparazione per arrivare a questo punto per poi spegnersi in un niente, lasciando un senso di incompletezza perché non c’è una reale risoluzione.
Dalla prima pagina all’ultima, non sembra cambiare niente.
Personalmente non ho capito a questo punto quale fosse la storia che ci voleva raccontare.
In conclusione
La fabbrica delle bambole è un romanzo che poteva essere molto interessante, ma a cui manca qualcosa.
Arrivati alla fine non rimane molto né della storia, né dei personaggi che risultano scialbi e stereotipati.
Potete leggere anche:
–I Frutti del Vento; Tracy Chevalier
–Letture del Mese | Alle Trotty
–La Ballata dell’Usignolo e del Serpente – Suzanne Collins
Per questa recensione vi saluto.
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Alle.

La fabbrica delle bambole – Amazon, Feltrinelli, Mondadori, Ibs, Il Libraccio, Kobo