Recensione: Tre Donne di Lisa Taddeo
Pubblicazione: febbraio 2020
Pagine: 356
Casa Editrice: Mondadori
Dove trovarlo: Amazon, Feltrinelli, Mondadori, Ibs, Il Libraccio, Kobo
Lisa Taddeo è una scrittrice e giornalista di Boston.
L’autrice ha ricevuto il Puchcart Prize per le sue short stories e ha scritto su Esquire, Elle e Glamour.
Trama
Il vero protagonista di Tre donne è il desiderio: un sentimento fluido che può assumere diversi aspetti in base a chi lo prova, ma per tutti è una guida ferma e implacabile che ti trascina dove vuole lui.
È proprio il desiderio che lega le storie delle donne che conosciamo tra le pagine del libro di Lisa Taddeo e vediamo come, anche se con tre vite completamente diverse, siano state soggiogate tutte da questo sentimento.
Maggie: vittima di un abuso da parte del suo professore quando era ancora al liceo.
Quando finalmente riesce a denunciare l’accaduto, la sua classe sociale e l’alcolismo dei suoi genitori la fanno diventare a sua volta la colpevole.
Diventa così ancora una volta una vittima condannata dalla società di voler rovinare un uomo.
Lina: intrappolata in un matrimonio in cui non si sente voluta dal marito per cui è quasi invisibile.
Sloane: sposata con un uomo ricco, lo chef di un rinomato ristorante in un luogo di villeggiatura e a cui piace vederla andare a letto con altri uomini.
In apparenza la sua vita è perfetta, può fare quello che vuole con il benestare del marito, ma fa veramente quello che vuole lei?
Commenti e critiche
Tre donne non è un romanzo, non ha l’obbiettivo di raccontarci una storia con un inizio, uno sviluppo e una conclusione: Lisa Taddeo ci racconta un frammento di vita di Sloane, Maggie e Lina.
Vediamo un pezzo significativo per la loro vita, ma non si risolve niente quando il libro finisce. Non lasciamo le protagoniste con una bella soluzione impacchettata in tasca.
Quando il libro termina Sloane, Maggie e Lina sono solo all’inizio: le abbiamo viste rendersi conto di che cosa stava accadendo loro e le abbiamo lasciate prima che agissero per cambiare ciò che non funzionava.
O che non cambiassero proprio niente.
È un libro che ti porta a riflettere, a pensare, a notare come spesso le apparenze siano sbagliate.
Non parlo solo delle apparenze che gli altri possono vedere da fuori: mi riferisco anche, e soprattutto, a come noi stessi vediamo la nostra stessa vita in maniera parziale e spesso distorta.
Perché è più facile.
A volte abbiamo bisogno di non vedere le cose perché è più facile: perché affrontare la realtà, dire a noi stessi che qualcosa non va è difficile e fa paura e dopo bisogna fare qualcosa di concreto che può essere ancora più complicato e all’inizio doloroso.
Lisa Taddeo riesce a mostrare attraverso tre storia che non c’entrano niente l’una con l’altra, proprio questo punto in comune.
Ciò che lega le tre storie da una parte è il desiderio che ha portato le tre donne nella situazione in cui si trovano e che poi ha preso il sopravvento e le ha bloccate.
Le storie ci vengono raccontate da un narratore esterno e questa scelta rende omogenea la narrazione: Sloane, Maggie e Lina sono tre persone molto diverse, sia per classe sociale, sia come background, sia come età; scegliere di far parlare direttamente loro, avrebbe reso i vari capitoli molto diversi e avrebbe dato fastidio.
Il linguaggio rimane molto semplice e piuttosto asciutto: in linea con la trama si concentra principalmente sui sentimenti e il vissuto interiore delle protagoniste, piuttosto che con la contestualizzazione dell’ambiente che rimane un po’ fosco in sottofondo.
Viene descritto l’essenziale in favore dei pensieri delle donne e la loro prospettiva.
In conclusione
Ho trovato Tre donne una lettura molto interessante e coinvolgente.
Avevo comprato il libro sull’onda della passione dopo aver visto la copertina e avevo dato giusto un’occhiata alla prima riga della sinossi e non mi aspettavo qualcosa di così complesso.
Sono rimasta molto soddisfatta della lettura: impegnativa per le tematiche, ma molto semplice per lo stile.
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Alle.
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