Recensione: Venuto al mondo
Paese di produzione: Italia, Spagna, Croazia
Durata: 127 minuti
Regista: Sergio Castellito
Genere: drammatico
Dove trovarlo: Amazon, Feltrinelli, Ibs
Venuto al mondo è uscito nel 2012 ed è l’adattamento cinematografico dell’omonimo romanzo del 2008 di Margaret Mazzantini (di cui abbiamo già parlato, qui).
Il film ha come protagonisti principali Gemma e Diego, interpretati rispettivamente da Penélope Cruz e Emile Hirsch
Trama
Gemma decide di passare una settimana d’estate con suo figlio Pietro a Sarajevo. Sono stati invitati da Gojko, amico fraterno di Gemma, in occasione di una mostra fotografica sulla guerra in cui sono presenti le foto scattate in quegli anni da Diego, il padre di Pietro.
Gemma era stata a Sarajevo per la prima volta nel 1984, durante le Olimpiadi Invernali, dove aveva fatto amicizia con Gojko e dove aveva conosciuto Diego.
Diego e Gemma hanno vissuto un’appassionata quanto tormentata storia d’amore e grazie al viaggio, Gemma ripercorre i propri passi nella città e nel suo passato che ancora si ripercuote nel presente.
Commenti e critiche
Si tratta di una trasposizione piuttosto fedele al romanzo originale sia per quanto riguarda la trama, sia per quanto riguarda le emozioni che vengono coinvolte.
Tuttavia, il libro è molto introspettivo e spesso si dilunga nella descrizione di situazioni, luoghi e sentimenti: per questo motivo è molto lungo. Troppo per poter stare nei tempi di un film.
Sono stati effettuati molti tagli, di cui parleremo nell’articolo Dal libro al film, e alcune parti della storia vengono danneggiate dalla necessità rimanere nelle due ore.
Nonostante la trama che ci viene raccontata riesca ad arrivare senza troppi intoppi allo spettatore, alla fine rimangono alcuni interrogativi che riguardano soprattutto le tempistiche e gli spostamenti dei due personaggi principali. Ho avuto la sensazione che mi mancasse un passaggio e in effetti era così e il libro mi ha chiarito i dubbi.
Aspetto che riesce a passare in secondo piano, in favore di un messaggio forte, crudo e toccante.
Il film dura più di due ore: a tratti, viste le tematiche trattate, questa lunghezza si fa sentire e, soprattutto nella parte centrale, si perde un po’ di concentrazione. Sensazione aumentata dal fatto che proprio in quella parte sembra di perdere di vista il punto a cui la storia ti vuole portare.
Esattamente come nel libro, anche se in modo leggermente diverso, veniamo travolti dall’intensità delle emozioni che entrano in gioco. Non si può restare indifferenti a ciò che accade a Gemma. Mi è sembrato che il film parli in maniera più forte alle donne che, credo, siano il target principale a cui il film è indirizzato.
In conclusione
Non è il film perfetto, in alcuni punti è molto lento, in altri troppo veloce, soprattutto all’inizio.
Hanno ripreso alcune scene del libro, ma a causa dei tagli sembrano non avere sento e i personaggi sembrano agire senza una vera e propria ragione. Tuttavia, guardandolo nel complesso è un prodotto ben riuscito.
Gli attori riescono a incarnare perfettamente i personaggi creati da Margaret Mazzantini e riescono a dar loro ancora più corpo.
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–Recensione: Il primo re
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Alle.

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