Curiosità – Game of Thrones: Braavos
Durante la permanenza di Arya a Braavos e, in particolare, nella Casa del Bianco e del Nero, veniamo a conoscenza di alcune informazioni su questa città.
Il primo Uomo senza Volto
L’Uomo Gentile racconta ad Arya la storia del primo Uomo senza volto.
Gli Uomini senza faccia sono nati tra le nebbie di Braavos, ma prima si erano insediati a Valyria, tra i poveri e gli schiavi che lavoravano nelle miniere sotto i monti chiamati le Quattordici Fiamme che illuminavano le antiche notti di Freehold.
Le Quattordici Fiamme erano montagne con vene di roccia fusa e man mano che si scendeva nelle profondità diventavano sempre più bollenti.
L’aria era talmente calda che ogni respiro bruciava i polmoni, le rocce circostanti non si potevano neanche sfiorare da quanto fossero calde e dietro spesso nascondevano acqua bollente, vapore o roccia fusa.
I minatori avevano le piante dei piedi e i palmi delle mani ricoperti di vesciche e in molti pozzi dovevano strisciare carponi. I meandri di quelle montagne, inoltre, erano abitati dai wyrm, vermi che sputavano fuoco.
Il numero di schiavi che perdeva la vita nelle miniere era enorme, ma ai padroni non importava perché in tempo di guerra venivano catturati molti uomini da poter adoperare e in tempo di pace gli schiavi venivano fatti riprodurre. Il loro costo rimaneva quindi esiguo.
Le ribellioni erano frequenti, ma gli schiavi potevano poco contro i signori dei draghi, esperti nella stregoneria.
Il primo Uomo senza volto è stato uno di loro. Lui non era Nessuno.
Alcuni pensano fosse uno schiavo, altri credono fosse uno dei figli dei signori di Freehold. Altri ancora sostengono si trattasse di un sorvegliante che provò pietà per le condizioni di quegli uomini.
Nessuno lo sa con certezza, ma di sicuro era una persona che poteva sentire le preghiere degli schiavi. Centinaia di lingue diverse, ma una sola supplica: la fine delle loro sofferenze.
I loro dei erano sordi alle loro richieste disperate e fu all’ora che all’uomo venne un’illuminazione.
Ogni dio ha i propri strumenti per agire sul mondo e aiutare i suoi sudditi, ma gli schiavi non sembravano rivolgersi a mille dei diversi, ma a un unico dio da mille volti diversi e l’uomo decise di essere il suo strumento.
Quella notte scelse lo schiavo che aveva pregato di più e che aveva servito di più e lo liberò dalle sue pene, concedendo così il primo dono del Dio dai Mille Volti.
Arya rimane colpita e incredula dalla storia: l’uomo avrebbe dovuto colpire i padroni, non gli schiavi.
L’uomo gentile le spiega che l’uomo avrebbe portato il dono anche a loro, ma che si trattava di un’altra storia che non doveva essere divulgata troppo e che le avrebbe raccontato un altro giorno.
Purtroppo il quinto libro finisce e la storia dovrebbe arrivare nel sesto o nel settimo… fatemi un fischio quando lo vedremo.
Gli Dei di Braavos
Se avete letto le differenze, saprete che Arya era stata mandata fuori dal tempio e poteva tornare solo dopo aver imparato tre cose nuove da riferire all’Uomo Gentile.
Scopre così che la città di Braavos è piena di segreti:
una città di nicchie, maschere e sussurri.
Per secoli perfino la sua esistenza era stata un segreto, così come il luogo in cui sorgeva.
«Le nove città libere sono le figlie dell’antica Valyria» le aveva spiegato l’uomo gentile «ma Braavos è la figlia bastarda, quella che fuggì di casa.
A Braavos vengono venerati tutti gli Dei. In città c’è un tempio per ognuno di loro, anche se molti si trovano all’interno del tempio del Dio dai Mille Volti.
Questa particolarità è dovuta al fatto che la città è stata formata da persone che scappavano dalla schiavitù dei draghi. I braavosiani sono:
un popolo di derelitti, schiavi, ladri e baldracche.
Essendo stati fatti schiavi, provenivano da cento terre diverse e portarono con sé centinaia di dei diversi, che trovarono spazio nell’isola che sarebbe diventata Braavos.
Ma esiste un unico dio che accomuna tutti quanti.
Il Dio dai Mille Volti.
Lui ha molti nomi:
A Qohor è il Capro Nero, a Yi Ti è il Leone dalla Notte, nel continente occidentale è lo Sconosciuto. Ma alla fine, tutti gli uomini devono inchinarsi al suo cospetto, e non ha importanza se adorino i Sette o il Signore della Luce, la Madre della Luna o il Dio Abissale o il Grande Pastore. Tutti gli uomini appartengono al Dio dai Mille Volti… altrimenti in qualche posto della terra esisterebbero persone che vivono in eterno. Tu conosci qualcuno che vive in eterno?»
«No», aveva risposto Cat (Arya). «Tutti gli uomini devono morire.»
I doni del Dio dai Mille Volti
Gli Uomini Senza Volto concedono il dono del dio, ovvero la morte, solamente a coloro che vengono segnati dal Dio, dopo preghiere e sacrifici.
Una sera, il primo servitore del Dio dai Mille Volti aveva sentito gli schiavi pregare, ma questa volta uno di loro non chiedeva la fine della propria sofferenza, ma implorava la morte del suo padrone.
Pregava così intensamente ed era disposto a concedere tutto ciò che possedeva affinché la sua preghiera venisse accolta. L’Uomo pensò che quel sacrificio avrebbe soddisfatto lo stesso il Dio e concesse il dono.
Dopo si recò dallo schiavo:
“Tu hai offerto tutto quello che possiedi in cambio della morte di quest’uomo, ma gli schiavi non possiedono nulla se non la loro stessa vita. Questo è quindi ciò che il dio desidera da te. Per il resto dei tuoi giorni sulla terra, lo servirai.”
Questo articolo è molto breve, anche perché si potrebbe ampliare andando a leggere i sequel de Le cronache del ghiaccio e del fuoco, ma qualcuno non le pubblica…
Ci tenevo comunque a dedicare un articolo a Braavos che nella serie, a parer mio, rimane piuttosto nel mistero.
Al momento ci lasciamo qui.
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