Recensione film: Mary Poppins (1964)
Paese di produzione: Stati Uniti
Durata: 138 minuti
Genere: commedia, fantasy, musical
Il film uscito nel 1964 è basato sull’omonimo romanzo del 1934 di Pamela Lyndon Travers.
La pellicola è stata diretta da Robert Stevenson e nei panni di Mary Poppins vediamo Julie Andrews.
Non mi è mai capitato di guardare il film da piccola, ma tra una settimana uscirà un nuovo film, questa volta tratto dal secondo libro della serie di P.L. Tavers, Mary Poppins ritorna. Volendolo vedere, dovevo assolutamente recuperare la prima parte.
Presto vedremo anche le differenze dal romanzo che ha ispirato la pellicola.
Trama
La vicenda si svolge a Londra nel 1910. Al numero 17 del Viale dei Ciliegi vive la famiglia Banks. Mr Banks è un rigido banchiere e, dopo che l’ennesima bambinaia si licenzia, decide di prendere lui in mano la situazione e organizzare personalmente i colloqui.
Jane e Michael, sentendo i genitori parlare di dover mettere un annuncio per una nuova bambinaia, ne scrivono uno loro, descrivendo tutti i requisiti per importanti. La loro bambinaia deve essere divertente, giocare con loro e fare lunghe passeggiate nel parco. Mr Banks, però, straccia la lettera dei due bambini e butta i pezzi nel camino, non potendola prendere seriamente.
Arriva il giorno dei colloqui, ma l’unica donna a presentarsi è Mary Poppins che arriva al portone come sospinta dal vento. Mr Banks si ritrova completamente spiazzato quando la donna inizia a leggere proprio la lettera dei due bambini e prima che possa riprendersi, Mary Poppins è stata assunta e si è già presentata dai due piccoli Banks.
Commenti e critiche
Ci sono due modi per apprezzare questo film: esserne affezionati fin da quando si era piccoli o riuscire a guardarlo come figlio del suo tempo e quindi ignorare gli effetti grafici che oggi sarebbero terrificanti.
Cosa si può dire, quindi su quest’opera che ha fatto diventare il personaggio di Mary Poppins famoso così come lo conosciamo oggi? Non voglio rovinarvi le differenze, quindi mi fermerò qui a questo proposito.
Si tratta di un musical dove le canzoni la fanno ovviamente da padrone, come è ovvio che sia, così come i balletti. Ho trovato alcuni di questi momenti, però davvero troppo lunghi e pedanti, dubito che il film in uscita il 21 dicembre di quest’anno avrà questi problemi. Un briciolo di trama c’è, ma è veramente secondaria rispetto alle innumerevoli canzoni e coreografie.
Quella che sicuramente ho trovato più inutile e lunga di tutte e la canzone degli spazzacamino, non ha alcuna funzione nella storia e non mostra nemmeno la magia di Mary Poppins. Avrebbero potuto aggiungere un paio di scene in più di animazione con gli animali. Il pezzo dello zoo che esiste nel romanzo sarebbe stato molto più divertente per i bambini e avrebbe avuto più o meno la stessa utilità.
Il personaggio di Mrs Banks come fiera attivista del movimento delle suffragette è molto interessante. In breve la vediamo ballare e cantare in una canzone piena di entusiasmo sul potere delle donne e sul diritto di voto, sul fatto che si erano stufate che gli uomini comandassero. Tutto questo girlpower solo per poi vederla scattare sull’attenti non appena il marito entra in casa. Il film è ambientato all’inizio del Novecento, il diritto di voto lo abbiamo ottenuto, ma la parità non arriva con la possibilità di mettere una x. Quello è uno dei passi fondamentali, ma solo il primo nella direzione giusta. Il modo in cui il film ha mostrato questa ipocrisia così evidente è perfetta. Il film è degli anni ’60 e ad oggi abbiamo fatto molti altri passi avanti, ma non siamo ancora arrivati e i ruoli sociali all’interno del nucleo famigliare non sono ancora paritari, per esempio.
Il discorso sarebbe molto più lungo, quindi mi limito a dire che queste scene, seppur vecchie, possono rimanere in qualche modo attuali. Possono permettere di guardare la situazione con la giusta distanza emotiva, ma che possono permettere di riflettere.
Ora voglio parlare un attimo di Michael e Jane le due povere vittime di questa storia. Il padre è rigido e irreprensibile e tratta i suoi figli come delle pesti, quando in realtà non fanno assolutamente niente. Probabilmente all’inizio del ‘900 poteva essere normale che un padre avesse questo genere di rapporto con i propri bambini, tuttavia non si capisce il motivo per cui le bambinaie dovrebbero scappare a gambe levate. I due fratelli sono degli angeli, non fanno proprio nulla di mare, nemmeno di vagamente maleducato.
In conclusione
Che dire su questo film che ormai è diventato un classico?
Visto che tra una settimana esce Il ritorno di Mary Poppins direi che è una buona occasione per riguardare il primo e tuffarci per un paio d’ore nell’infanzia. E godersi degli effetti speciali da brivido, niente di brutto se si considera l’età del film, ma visti oggi risultano alquanto comici.
In ultimo, Julie Andrews è perfetta nei panni di questa misteriosa, divertente e impeccabile bambinaia.
Potete leggere anche:
–Dal libro al film: Mary Poppins
–Video Recensione: Il ritorno di Mary Poppins
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Alle.
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Che recensione sterile e inutile , se non ci si riesce a calare nel punto di vista dei bambini,non si riesce a rendere giustizia a un capolavoro che, all’avanguardia assoluta ,proponeva filmeti sovrapposti ai cartoni animati. Attori ,ballerini e cantanti di quella caratura non ne nasceranno più.Se ci si annoia nella visione di questo film pluripremiato con musiche divenute eterne , si dovrebbe semplicemente cambiare mestiere.
Io, invece, mi sono stufata delle persone che quando si parla di opere classiche non rispettano alcuna opinione negativa e si nascondono dietro accuse di ignoranza e incapacità di giudizio.
Purtroppo non si può vivere nel mondo perfetto e le devo sopportare.