Tredici – Seconda Stagione
Introduzione
La prima stagione di Tredici, uscita a fine marzo del 2017 è tratta dal romanzo di Jay Asher e parla della storia di Hannah Beker, una ragazza morta suicida che come messaggio d’addio lascia tredici audiocassette in cui spiega le motivazioni del suo gesto.
Il romanzo si conclude con l’ultima cassetta, mentre la serie è andata un po’ oltre (se volete saperne di più leggere Dal libro alla serie), anche se rimane molto conclusiva, così come il libro.
Quest’anno è arrivata la seconda stagione e vediamo, quindi, che cos’hanno combinato. Non sto usando questa parola a caso, fidatevi di me, ho un blog! (Non si capisce bene scrivendo, ma ovviamente leggete con tono ironico).
Trama
Se ancora non avete visto la serie, non vi preoccupate, non farò spoiler o se ne sarò costretta prometto di avvisare.
Ci eravamo lasciati con Clay che aveva registrato la confessione di Bryce, registrazione in cui ammetteva di aver stuprato Hannah, Tony aveva consegnato tutte le cassette ai signori Bake e dovevano decidere come procedere.
Sono passati cinque mesi e il processo contro la scuola sta per iniziare. Gli avvocati hanno sconsigliato alla signora Baker di iniziare una causa contro Bryce e, nonostante la confessione e il fatto che la storia sia circolata nella scuola, il ragazzo continua a vivere come se niente fosse.
Il suo nome uscirà nel processo, ma le parole di Hannah verranno ritenute affidabili? Jessica avrà la forza di incolpare apertamente Bryce? Bryce pagherà per le sue azioni? Si pente di quello che ha fatto?
Queste sono le tematiche e le domande a cui la seconda stagione cerca di rispondere.
Commenti e Critiche
Direi che sia doveroso iniziare da un’altra domanda, che ci siamo fatti un po’ tutti: la seconda stagione era necessaria?
La mia risposta, probabilmente condivisa, è no, assolutamente no.
Ho deciso di dividere in sottotitoli perché ho tantissime cose da dire e il rischio confusione era tanto, spero che le mie motivazioni risultino valide.
La prima stagione era molto auto-conclusiva e, sebbene lasciasse delle questioni in sospeso, il finale aperto non creava fastidi, non c’era niente di veramente ignoto, si poteva benissimo prevedere cosa sarebbe successo, con delle variabili soggettive, si poteva decidere per un happy ending, oppure credere che tutto sarebbe andato nel peggiore dei modi. Si tratta di una storia basata sulla realtà, quindi non c’era niente di completamente inventato che lo spettatore non poteva assolutamente sapere.
A livello puramente di trama, quindi, secondo me, potevano evitare, ma…
La prima stagione aveva lasciato molte persone con l’amaro in bocca, il suicidio di Hannah e le cassette sono state vissute come un gesto di vendetta, un modo per farla pagare a tutti quelli che nella sua visione l’avevano portata a uccidersi. Il suicidio in sé, inoltre, poteva anche sembrare un valido modo per “risolvere i problemi”.
Ho sentito molto spesso commenti che attaccavano apertamente Hannah, chi dava la colpa di tutto a lei perché alla fine se l’era cercata, era colpevole di quello che le era successo, insomma “chi va al parco giochi con un vestitino” (sì l’ho sentito). Oppure, ancora, che era stata una debole a scegliere di togliersi di mezzo, invece che affrontare la vita e che era stata una *aggiungi un insulto a scelta* perché oltre che a far del male agli altri, uccidendosi, aveva pure lasciato loro un bel regalino per colpevolizzarli ancora di più.
Insomma, ho sentito vittimizzare questo personaggio, sia per il suicidio, sia per tutto quello che le è successo, in tanti modi e trattandosi solo di un soggetto inventato, quindi si tratta di sfoghi senza danni e può non sembrare così grave… il problema è che certi ragionamenti io li sento anche nella vita reale e lì le persone sono vere e quando dici ad una di loro che ha subito un abuso che forse è stata colpa sua e quindi se lo è meritato, allora diventa grave.
Mi è sembrato che è proprio a questa reazione del pubblico che la seconda stagione ha voluto rispondere (tralasciando ovviamente il fatto che la serie ha avuto molta visibilità e i soldi non fanno schifo a nessuno).
Vediamo di cosa sto parlando.
Perché continuare con la storia di Hannah?
Sebbene non ci fosse una storia che dovesse essere necessariamente raccontata, credo che fosse importante non lasciare la prima stagione così com’era. Come ho già detto i commenti che ho sentito in proposito non aiutavano i problemi che Tredici aveva cercato di affrontare: il bullismo, la difficoltà di essere un adolescente e la difficoltà ancora maggiore di essere un’adolescente femmina e infine, depressione e suicidio.
Quando una ragazza subisce uno stupro, una molestia, la prima cosa che viene da chiedersi è che cosa stesse facendo lei per fare in modo che accadesse succedesse.
Ci sono molte scene in cui lo stesso Clay fa questo tipo di domande e viene sottolineato come questo ragionamento sia assurdo, soprattutto quando viene paragonato uno stesso comportamento messo in atto da un maschio o da una ragazza. Le stesse azioni hanno una valenza completamente diversa quando a farle è un ragazzo o quando, invece è una femmina, nonostante del tutto normali.
Durante il processo veniamo a conoscenza di molte altre cose di cui Hannah non aveva parlato e che la fanno “scendere dal piedistallo” su cui Clay l’aveva messa. Così inizia a dubitare di chi fosse davvero e se lui la conoscesse o se fosse tutta una farsa. Il punto è che Hannah non ha fatto niente di particolarmente scabroso per la sua età e niente di peggio di molti altri ragazzi, per l’appunto.
Si vuole mostrare come Hannah, come molte altre ragazze, sia una persona coi suoi pregi e i suoi difetti, ma non per questo si meriti quello che ha subito, come non se lo meritano molte altre persone nella vita reale.
Si ripete spesso che non importa che cosa una ragazza abbia fatto, se ha scelto di uscire per un appuntamento, se abbia bevuto o se si sia drogata, non vuol dire che voglia avere rapporti con voi.
In più si ripete spesso che la vera motivazione di Hannah non era la vendetta, non voleva che qualcuno pagasse per quello che aveva fatto, ma solamente raccontare la sua storia, anche per fare in modo che non succedesse ad altri.
Motivi a favore della stagione
Per riassumere in poche parole: hanno chiarito (più o meno) perché Hannah abbia lasciato le cassette e hanno sottolineato molto spesso che chi ha subito violenza non è colpevole di quello che è successo e che il colpevole non è in alcun modo giustificabile.
Entrambi questi intenti li ho trovati molto positivi e sono contenta che dopo la prima stagione abbiano continuato per specificare queste cose, perché è evidentemente necessario oggi nella nostra società e ancora di più, forse, in quella americana.
Un’altra cosa che mi è piaciuta molto è stata lo sviluppo del personaggio di Mr. Porter.
Personalmente non l’ho trovato un mostro nemmeno nella prima stagione, si è trovato in una posizione difficile e avrebbe potuto fare di più, però in realtà è facile dire così da fuori, ma nella sua posizione forse sarebbe difficile fare diversamente. In ogni caso, sono molto contenta del suo sviluppo.
Perché no?
Abbiamo visto gli aspetti positivi che ho trovato, purtroppo gli aspetti che vanno contro il successo di questa stagione, a parer mio, sono molto più pesanti.
Vediamo, come dice il titolo, perché sarebbe stato meglio non farla.
Spiegoni
Iniziamo proprio dai messaggi che ho messo tra le cose positive e che lo sono fino ad un certo punto.
Ho detto che questi insegnamenti sono palesi, perché viene proprio detto tutto, esplicitamente, nei dialoghi. Dialoghi che molto spesso sono irrealistici. Sebbene trovi positivo che questi tipi di messaggi vengano veicolati da programmi molto popolari, trovo che come sono stati affrontati qui non abbia senso.
Non ha senso perché poi tutte queste belle cose non trovano posto nello svolgimento degli eventi. Buoni tutti a parole, in pratica, ma nei fatti non si è visto niente e sono proprio le azioni che fanno le differenze, non i bei discorsi.
Alla luce di ciò, quindi sarebbe stato meglio che ogni spettatore si fosse immaginato il seguito come meglio preferiva, si otteneva lo stesso risultato.
Bianco e nero
C’è un elemento che ho notato e di cui voglio parlare, che però è il meno negativo.
I personaggi positivi sono descritti quasi a tutto tondo, hanno caratteristiche positive, ma hanno anche lati negativi che li rendono reali. Questo soprattutto grazie alla prima stagione, perché in questa seconda non c’è veramente un approfondimento su nessuno.
Questo non accade per gli antagonisti. Loro sono cattivi, punto, non hanno lati positivi, non hanno emozioni, empatia. Niente che li faccia sembrare umani e che possa avvicinarli allo spettatore.
Loro sono creati per essere odiati.
So che è facile ragionare in questo modo, ma non funziona così. Niente è così facile nella realtà e non dovrebbe esserlo neanche in questo genere di serie.
Le motivazioni delle azioni di Bryce, ad esempio, sono spiegati, in continuazione, solo con frasi del tipo: “Lo ha fatto perché è malvagio”.
Mi soffermo su Bryce perché è il principale, ma anche molti altri della squadra sono solo macchiette che servono a fare gruppo, a fare i bulli, a minacciare chi si mette in mezzo.
Sono state aggiunte tantissime scene, che secondo me sono inutili, che avevano il solo scopo di mostrare come Bryce fosse uno stronzo sempre. Non sono le uniche scene inutili di questa stagione, ma non voglio scendere nel dettaglio.
I personaggi negativi, qui sembrano agire guidati solamente da obiettivi personali ed egoistici, senza scrupoli rispetto alle persone intorno a loro. Ne sono un esempio Marcus Cole, oppure Montgomery quest’ultimo in teoria ha una storia alle spalle che viene accennata, ma che in realtà non ci interessa nemmeno.
Nonostante le continue accuse, lui non sembra minimamente pentito di quello che ha fatto, che ci può stare, ma nemmeno si mette il minimo dubbio. Anzi sembra godere delle voci e della sua posizione di intoccabile. Pure Gaston della Bella e la Bestia ha più tridimensionalità di lui.
Potete capire, da ciò che ho scritto fin’ora, che non voglio in alcun modo giustificare le sue azioni. Il problema è che non è vero che le persone fanno azioni brutte perché sono intrinsecamente cattive.
È molto difficile non ragionare con questa modalità assolutistica, ma proprio per questo motivo, le serie tv dovrebbero aiutarci a guardare varie prospettive, visto che permettono di addentrarsi nelle varie sfaccettature di un personaggio, cosa che la realtà non permette, senza una denuncia per stalking. Poi vaglielo a spiegare che non lo stavi perseguitando perché sei intrinsecamente un maniaco deviato.
Tyler
Devo fare un sotto paragrafo solo per lui, perché non ho capito.
Ogni sua mossa, o quasi, in questa stagione è assolutamente fuori dalla mia comprensione.
Devo mettere questo punto, ma non so che dire, perché davvero non lo so. Che cos’è successo?
Tyler fa un cambiamento vertiginoso sia rispetto alla fine dell’ultima stagione, che si chiude con lui che guarda le fotografie degli altri ragazzi. Sembrava pronto a fare una strage, nella prima puntata, invece, sembra essersi pentito per quello che aveva fatto ad Hannah e pronto a far amicizia con gli altri. In particolare, sembra aver legato molto con Alex.
Poche puntate dopo si stacca completamente da loro e fa amicizia con un ragazzo “dark”, e inizia il momento rivolta della sua adolescenza. I due sembrano voler rivoltare la scuola, ma in realtà non fanno niente di così trasgressivo.
Che è comprensibile, solo che non ho capito perché si stacca dal gruppo delle cassette così di punto in bianco. In una puntata si scambia un paio di battute con Clay, a caso, ma puramente in funzione di un fatto che doveva accadere.
Ogni sua azione è guidata da fattori scatenanti che io non riesco a trovare, fino ad arrivare alla fine che si ricollega alla prima stagione, per così dire.
Se qualcuno può spiegarmi, io aspetto i commenti.
Le violenze vanno denunciate, mandateci una e-mail! …Così vi ignoriamo.
La prima puntata inizia con una dichiarazione degli attori in cui sostengono che in caso di bullismo, stupro o violenze di vario genere, le vittime dovrebbero denunciare e alla fine di ogni puntata appare una mail a cui ci si può rivolgere in caso di problemi.
Si può dedurre, quindi, che il punto focale di questa stagione fosse trasmettere forte e chiaro, ancora una volta esplicitamente, il messaggio che non bisogna soffrire in silenzio, che non bisogna avere paura e che i soprusi vanno denunciati a chi di dovere.
Peccato che, ancora una volta, i fatti dicono tutt’altro, tutto porta chiaramente alla conclusione opposta. Non ho trovato una sola conseguenza veramente positiva derivata dal fatto che nella serie i problemi siano stati denunciati.
Io lo so che nella realtà è difficile che tutto vada nel migliore dei modi possibile, ma questa serie doveva dare speranza a chi veramente sta male. Dovesse aiutare a vincere il terrore di non venire aiutati dopo essersi esposti. Invece non succede, anzi si va nella direzione completamente opposta, sembra che l’unico modo per ottenere qualche tipo di giustizia sia prendere provvedimenti da soli o che è meglio non dire niente, tanto peggio non può andare.
È questo che dovrebbe passare?
Sicuramente è quello che si deduce.
O meglio, fino alla dodicesima puntata (dodici su tredici), sembra che i ragazzi cerchino di fare per conto loro, invece di rivolgersi a chi di dovere, ma le loro azioni si rivelano inutili, anzi peggiorano la situazione. Il che è positivo, se vuole far capire che è importante chiedere aiuto, però poi nell’ultima puntata viene tutto rovinato.
Puntata 13
Il processo dura fino alla penultima puntata, poi si risolve alla fine della dodicesima e nella tredici succede tutt’altro.
Procede tutto molto lentamente e ci porta a credere che l’ultima puntata coincida con la fine del processo, che tra l’altro è sempre uguale. Invece di concludere bene ciò che avevano trattato fino a quel momento, hanno iniziato ad aggiungere elementi su elementi. Spunta qualcosa di nuovo ogni due minuti e ogni cosa è più improbabile dell’altra.
Tutto questo è servito solamente per continuare con un’altra ulteriore stagione, dopo che la storia di Hannah si è conclusa definitivamente. Sinceramente spero che non la facciano mai.
Già questo mi fa leggermente perdere la pazienza, ma ciò che mi ha fatto arrabbiare ancora di più è che hanno esagerato e hanno stravolto completamente quello che questa serie doveva trasmettere e il poco di positivo che poteva avere.
Sto parlando di una scena particolare e molto discussa di cui adesso andremo a parlare. Quindi, signori e signore, adesso ci saranno degli spoiler, quindi scegliete se andare avanti o slittare fino al prossimo sottotitolo.
Ricapitolo prima che cosa è successo.
Fino all’ultima puntata la serie è stata pesante, il processo non è tutto rose e fiori, Hannah viene colpevolizzata in continuazione, Bryce se la vive piuttosto bene dalla sua posizione agiata e con i suoi avvocati sempre pronti. Questa situazione è creata per dare fastidio, secondo me, tuttavia con un bel finale risolutivo, poteva essere uno svolgimento soddisfacente.
In più, come dicevo prima, sembra sempre che senza l’intervento di Clay e degli altri non si possa arrivare a niente. Sembra che quattro adolescenti portino avanti il processo.
Nella puntata 12 diventa chiaro che quello che hanno fatto sia inutile, proprio perché non essendosi affidati alle autorità, e agli adulti in generale, abbiano fatto solamente casino.
Molto positivo, se pensiamo al messaggio: “chiedete aiuto”, che la serie sembra voler mandare.
Alla fine della puntata dodici, infatti, la giustizia riesce a fare il suo corso solamente perché, finalmente, Jess ha deciso di farsi avanti. La signora Baker ha perso il processo contro la scuola, però, Jessica è andata dalla polizia per denunciare Bryce.
Viene arrestato, però, anche Justin viene messo sotto custodia perché aveva assistito senza fare niente.
Inizia la tredicesima puntata ed è chiaro, già dai primi minuti, che non è vero che la giustizia fa il suo corso.
Ciò che possiamo capire è solamente che chi ha i soldi vince sempre, fine. Chi invece è svantaggiato paga le conseguenze anche se fa la scelta giusta. Vi ricordate la parola speranza che ho usato prima? Per l’appunto. Che cosa succede: Bryce si becca tre mesi di domiciliari, mentre Justin, oltre ad avere una condanna più severa, non viene nemmeno rilasciato perché sua madre non si trova.
Benissimo.
Poi la puntata va avanti e si peggiora, minuto dopo minuto.
Bryce dice che si trasferirà, in una scuola privata, dove giocherà pure a football, ma intanto continua a frequentare tranquillamente la stessa scuola di Jessica, come se niente fosse.
I vari ragazzi che dovevano testimoniare, erano stati man mano minacciati, Clay è stato buttato addirittura fuori strada. Si scopre che era stato Montgomery, perché la squadra era tutto quello che aveva e voleva proteggere lei e Bryce, il capitano.
Adesso che è stato condannato Montgomery va fuori di testa e chiede a Bryce che cosa debba fare, come gliela faranno pagare. Bryce gli dice che si deve fermare e che lui si tira fuori. Attenzione, non perché ha capito di aver oltrepassato i limiti, ma perché era già nei guai con la legge e rischiava la reclusione.
Montgomery, completamente fuori, va avanti e nella scuola, che ha appena affrontato un processo ed è stata accusata di non essere in grado di proteggere i suoi studenti, i bulli sono ancora padroni di ogni cosa. Arriviamo alla scena di cui parlavo prima e che vede come vittima Tyler.
Tyler era stato mandato in un ritiro per imparare a gestire la rabbia, è appena tornato, è in bagno a fare le sue cose e si ritrova di fronte a Montgomery in preda all’ira che lo incolpa di ogni cosa, visto che aveva deturpato il loro campo, minacciato Marcus affinché incolpasse Bryce e cose del genere.
Montgomery lo prende e gli sbatte la testa contro il lavandino e già qui, io ho pensato che ci rimanesse, perché la scena è mostrata con una tale violenza che non capisco come possa essere sopravvissuto senza danni cerebrali. Non contento, lo trascina fino ad un water e gli mette la faccia dentro. Altri due lo tengono fermo, mentre Montgomery lo stupra con il bastone di uno scopettone. Hanno voluto mostrarci esattamente quanto quel dannato scopettone venisse infilato dentro, quando la scena sarebbe stata chiara anche senza soffermarsi in quel modo morboso. Come era stato con Hannah e con Jess, per esempio.
A parte il fatto che non voglio credere che davvero una cosa del genere possa succedere. Ricordo che siamo in una scuola che dovrebbe prestare moltissima attenzione in quel momento, visto cos’è appena successo. Inoltre, “capisco”, Montgomery che non ci vedeva più, non ragionava, ma gli altri due? Quando hanno visto fin dove si stava spingendo, perché non hanno tentennato? Niente loro lo tengono fermi, completamente impassibili.
La scena in sé è inutile, torniamo a pensare allo scopo che sembrava dovesse avere questa serie: combattere il bullismo e la violenza. Allora perché fargli succedere questo, dopo tutte queste vicissitudini? A quale scopo?
In più è rappresentata in modo inutilmente esplicito, diventa talmente tanto scioccante che paradossalmente non riesci a provare niente per quel personaggio, perché è troppo.
Sembra che abbiano voluto mostrare una scena cruenta per il gusto di mostrarla, non perché avesse una vera finalità nella trama.
Non ha senso. Fa soltanto perdere ogni più piccola fiducia nell’umanità che era sopravvissuta. E, vi assicuro, dopo l’inizio di questa puntata, già non ce n’era più.
Un altro paio di spoiler randomici:
– La storia di Zach non mi ha convinto per niente, secondo me è incongruente con ciò che era stato detto nella prima stagione.
– Povero, povero Clay. È un personaggio sfigatissimo, non gliene va mai bene una e Hannah sembra che abbia fatto robe con tutti, ma con lui manco per sogno.
– Gli eventi, evidentemente sono troppo per lui e infatti inizia a vedere e a chiacchierare con una ragazza morta. Evidentemente ha qualche disturbo mentale, ma nessuno sembra preoccuparsene.
– Sempre parlando di Clay, la sua storia con Skye è tra le storie più fastidiose che abbia mai visto in vita mia.
– Sono passati cinque mesi dalla fine della prima stagione, Alex ha avuto il tempo di spararsi in testa, stare in come e riprendersi abbastanza da tornare a scuola senza mostrare evidenti cicatrici o malfunzionamenti cognitivi.
-Tyler e il suo amico “dark”, sembrava stessero andando a far esplodere la scuola… e poi… no.
– Solo a me gli abiti che hanno messo a Justin sembravano completamente fuori tema? Probabilmente, però, erano di Clay, perché a lui non era rimasto niente…
-Perché Justin non era a conoscenza dell’esistenza del Club? Non ha il minimo senso, era molto amico di Bryce, faceva parte della squadra, era popolare. Com’è possibile che né lui non ne sapesse niente e che Jessica non sia mai stata invitate?
– Justin ha una dipendenza da eroina e lo disintossicano in un paio di giorni, in camera di Clay, a forza di caramelle e bibite energetiche. Tutto normale.
– Le polaroid, che erano state presentate come il punto focale, un po’ come le cassette, in realtà servono ben a poco e potevano anche non esserci.
– Chloe, la nuova ragazza di Bryce, cambia idea in continuazione nel giro di tre minuti, ma alla fine è completamente un personaggio inutile.
Conclusioni
Mi sono dilungata abbastanza, direi che è il momento di chiuderla qui. Ci sarebbero molte altre cose da dire, ma vi rimando ad un video di Barbixanax in cui sintetizza tutte le puntate, commentando i vari eventi e mi trovo molto d’accordo con quello che dice lei.
Tra l’altro mi è capitato di guardare anche la sua reazione al trailer e le ipotesi che aveva detto lei su come la serie poteva svilupparsi erano molto meglio di come sia stata fatta.
Ero partita con aspettative veramente basse, perché temevo che nel tentativo di continuare senza avere in realtà molto di cui parlare, avrebbero aggiunto elementi inconsistenti. Al contrario, fino all’ultima puntata, non è stata male come stagione, non era niente di eccezionale, sarebbe comunque stato meglio evitare, ma mi stava pure piacendo e ci vedevo un intento valido.
Solo che poi hanno rovinato tutto, solo per poter creare le basi di una terza stagione che di sicuro sarà peggiore della puntata tredici. Non vedo come possa migliorare e ancora una volta: povero Clay.
Sono davvero frustrata.
Ditemi cosa ne pensate voi, se siete d’accordo con me o se, invece vi è piaciuta e spiegatemi come mai, sono molto curiosa. Magari riuscite a farmi vedere una piccola luce in fondo al tunnel.
Potete lettere anche:
–Dal libro alla serie: Thirteen Reasons Why
–Curiosità: Thirteen Reasons Why
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Alle.
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Tredici, Jay Asher – Romanzo: Amazon, Feltrinelli, Mondadori, Ibs, Il Libraccio, Kobo