Le leggende dei Quileute
Bella viene invitata ad un incontro del consiglio dei Quileute, come abbiamo detto nelle differenze. Per molti ragazzi, e ragazze (inventiamo, per piacere, il plurale neutro anche in italiano?), è la prima volta che prendono parte a questo evento e non hanno ancora mai sentito le leggende della loro tribù. O meglio, le hanno sentite, ma fino ad allora non sapevano fossero reali, quindi è la prima volta che ci presteranno attenzione.
Hanno pensato che anche Bella potesse trarre beneficio dalla conoscenza delle storie su come loro fossero nati, vista la sua assidua frequentazione con dei succhiasangue.
Quella che è stata riportata nel film è l’ultima parte delle leggende, si tratta solo del piccolo pezzettivo che riguarda anche i vampiri, ma i lupi non sono nati apposta per combattere queste creature, anche se poi si sono rivelati essere i loro nemici naturali.
Prima di arrivare a ciò che avete sentito nel film, ci viene raccontato come i Quileute si siano trasformati in lupi per la prima volta.
Gli spiriti guerrieri
I Quileute sono da sempre stati un piccolo popolo, come lo sono ancora, ma non sono mai scomparsi perché nel loro sangue c’è sempre stato un potere magico.
Inizialmente non erano in grado di cambiare forma, ma erano spiriti guerrieri.
I primi… uomini che si stabilirono in quel golfo nella penisola di Olympia diventarono pescatori e costruttori di barche. Il loro territorio era ricco di pesce per cui anche altri popoli bramavano per stabilirsi lì. Il numero ridotto di membri della tribù non rendeva possibile difenderne il territorio, così quando furono attaccati furono costretti a scappare sulle loro barche.
Il primo spirito guerriero di cui hanno memoria si chiamava Kaheleha, che viene ricordato come il grande Spirito Supremo, che usò la magia per difendere la loro terra. Lui e gli altri guerrieri lasciarono le barche con cui erano fuggiti solo con lo spirito, mentre le donne vegliavano sui corpi che rimasti indietro.
Da spiriti non erano in grado di toccare la tribù nemica, ma avevano altri mezzi per raggiungere i loro scopi. Secondo le leggende potevano soffiare potenti venti, in cui si sentivano urla terribili, per spaventare i nemici. Gli animali erano in grado di vedere gli spiriti guerrieri e di capirli, così li convinsero ad aiutarli.
I grossi cani che trainavano le slitte della tribù rivale si rivoltarono contro i propri padroni, gli spiriti scatenarono un’invasione di pipistrelli venuti da cavità nelle scogliere, mentre il vento continuava a ululare forte.
Quando gli spiriti guerrieri vinsero, i cani tornarono alla vita selvaggia e gli spiriti Quileute tornarono ai propri corpi, i superstiti della tribù rivale scapparono, urlando che il golfo fosse un luogo maledetto.
Gli Hoh e i Makah, le tribù che vivevano vicine, strinsero un patto coi Quileute per vivere in pace.
L’ultimo Spirito Supremo
Diverse generazioni dopo, Taha Aki viene ricordato come l’ultimo Spirito Supremo, famoso per la sua saggezza e per la sua indole pacifica. La sua gente viveva felice sotto la sua protezione, tranne un uomo di nome Utlapa.
Era uno dei più forti spiriti guerrieri di quel tempo, potente, ma avido. La pace non lo soddisfaceva e pensava che dovessero usare la magia per conquistare altri territori, rendere schiavi gli Hoh e i Makah e costruire un impero.
I guerrieri, come i licantropi, potevano leggere ognuno nella mente degli altri, quando lasciavano i propri corpo. Taha Aki si adirò con Utlapa a causa dei suoi desideri e lo esiliò dalla tribù con l’ordine di non usare mai più il suo potere.
Utlapa era forte, ma i suoi compagni erano in numero maggiore, così se ne andò e restò in attesa di vendetta.
Nonostante la pace, compito dello Spirito Supremo, era di vigilare sulla propria gente, così spesso si recava in un luogo segreto sulle montagne dove poteva lasciare il proprio corpo e mandare il suo spirito ad allontanare eventuali minacce.
Un giorno Utlapa lo seguì con l’intento di ucciderlo, ma sapeva che gli altri guerrieri lo avrebbero trovato per punirlo. Quando vide Taha Aki lasciare il suo corpo gli venne in mente un altro piano. Attese, finché lo Spirito Supremo fu abbastanza distane e solo allora lasciò a sua volta il corpo. Non appena furono entrambi nel mondo degli spiriti Taha Aki capì le sue intenzioni, ma Utlapa fu veloce, entrò nel corpo di Taha Aki e assassinò il proprio, così che lo Spirito Supremo non avesse un posto in cui tornare.
Utlapa ingannò gli altri e prese il posto di Taha Aki come capo tribù, senza che lui potesse fare niente. Per qualche tempo Utlapa non fece niente oltre a far credere a tutti gli altri di non essere un impostore, dopo emanò un editto che impediva ai guerrieri di entrare nel mondo degli spiriti, con il pretesto di aver avuto una visione in proposito. Sapeva che Taha Aki avrebbe colto l’occasione per smascherarlo.
Utlapà approfittò della sua posizione per reclamare privilegi speciali, rifiutarsi di lavorare e sposarsi per la seconda volta, quando la prima moglie era ancora in vita, un fatto inaudito per la tribù. Taha Aki osservava impotente finché, un giorno, non provò a uccidere l’impostore con un lupo. Utlapa si fece proteggere dai suoi guerrieri e l’animale uccise un ragazzo innocente.
Taha Aki fu devastato dal dolore.
L’uomo divenne lupo
Taha Aki viveva nei tormenti, era stato a lungo lontano dal suo corpo. Essere uno spirito guerriero non era facile, liberarsi del corpo era spaventoso, era uno sforzo e un sacrificio. Ormai si sentiva condannato, bloccato per sempre nel mondo degli spiriti, aveva perso la possibilità di attraversare l’Ultima Terra, dove i suoi antenati lo attendevano.
Un giorno un grande lupo iniziò a seguirlo e Taha Aki si sentì invidioso, seppur inferiore ad un essere umano, anche quell’animale aveva un corpo e una vita, al contrario di quando potesse avere lui.
Gli venne un’idea e chiese al lupo di fargli spazio nel suo corpo e dividerlo.
L’uomo e il lupo, diventati una cosa sola, tornarono al villaggio. La gente impaurita chiamò i guerrieri a proteggerli, Utlapa si nascose. Taha Aki non attaccò i suoi compagni guerrieri, ma cercò di comunicare con loro, tramite lo sguardo e guaendo la canzone del suo popolo. I guerrieri capirono in fretta che non si trattava di un lupo qualunque, che doveva essere sotto l’influenza dello spirito.
Uno dei guerrieri, Yu, uno dei più anziani, disobbedì all’editto e non appena diventò spirito, Taha Aki lasciò il lupo e in un attimo Yu comprese la verità. Utlapa arrivò in quel momento e, vedendo il corpo inanime del guerriero, capì che cos’era successo e tentò di ucciderlo incolpandolo di tradimento. Yu tornò nel suo corpo, Utlapa gli copriva la bocca e prima che potesse fare qualsiasi cosa, gli tagliò la gola.
Taha Aki entrò di nuovo nel corpo del lupo, deciso di sgozzare Utlapa, ma la rabbia che provava in quel momento era la rabbia di un uomo, l’amore e l’odio erano troppo grandi per l’animale e avvenne la grande magia. Davanti agli occhi di tutti, il lupo di trasformò in uomo.
Non somigliava più a Taha Aki, si trattava di un nuovo corpo, una nuova forma, molto più grande, l’incarnazione terrena dello spirito del capo tribù.
Per Utlapa non rimasero speranze, Taha Aki lo uccise, prima ancora che con lo spirito potesse abbandonare il corpo.
Taha Aki tornò a lavorare con il suo popolo, riportando tutto alla normalità e alla pace. Mantenne l’obbligo per i guerrieri di non entrare nel mondo degli spiriti, ormai aveva capito che erano troppo pericolosi.
Gli spiriti guerrieri scomparvero per sempre.
Da spirito a uomo-lupo
Taha Aki fu soprannominato il Grande Lupo o l’Uomo Spirito.
Per molti anni rimase a capo della tribù senza mai invecchiare, quando un pericolo incombeva su di essa, riusciva a proteggerla tornando nella forma di un lupo.
Ebbe molti figli che, una volta raggiunta l’età adulta, scoprirono di potersi trasformare a loro volta in lupi, ognuno diverso dall’altro in base alle caratteristiche del loro spirito.
Alcuni si unirono al branco e non invecchiarono, altri non amavano la trasformazione e decisero di rimanere umani, scoprendo che il tempo tornava a fare il proprio corso sui loro corpi.
Taha Aki visse molto a lungo, per questo sopravvisse alle prime due mogli e decise di sposarne una terza.
In questa donna trovò la compagna migliore per il suo spirito, aveva amato le altre, ma in lei c’era qualcosa di diverso, per questo decise di rinunciare al lupo per morire insieme quando sarebbe arrivato il momento.
Molti anni dopo…
Qui ci ricongiungiamo al film e alla storia che ha tanto ossessionato Bella e che ha a che fare coi nostri amici vampiri.
Sono passati molti anni, Taha Aki ormai è anziano e la tribù è protetta dal branco formato dai suoi figli.
Nella tribù dei Makah molte giovani ragazze erano scomparse e per questi delitti vennero incolpati i lupi, verso cui avevano sempre provato paura e diffidenza.
Il branco, che, come i loro antenati spiriti, condividevano ogni pensiero, sapevano che nessuno di loro era colpevole, ma niente di ciò che Taha Aki disse al capo dei Makah servì a smuoverlo, rimaneva fermo nella decisione di dichiarargli guerra.
Taha Aki era troppo vecchio per poterla affrontare così incaricò suo figlio maggiore e alpha del branco, Taha Wi, di trovare i veri colpevoli, prima che iniziassero le ostilità.
Sulle montagne il branco si imbatté in qualcosa di completamente nuovo, un odore dolce che bruciava il naso fino a far male. Non avevano idea a chi o a che cosa appartenesse, ma decisero di seguire la scia.
Lungo il percorso trovarono deboli tracce di odore umano, che interpretarono come una conferma che stavano seguendo la traccia giusta.
Erano arrivati molto lontani, così Taha Wi decise di rimandare indietro i tre lupi più giovani per informare la tribù, mentre lui e suo fratello continuavano la ricerca.
I due fratelli maggiori non tornarono mai a casa. I fratelli li cercarono col pensiero, quando assumevano le sembianze di lupi, ma c’era solo silenzio.
Taha Aki, in lutto per i suoi due figli maggiori, andò dai Makah per raccontar loro dell’accaduto e delle loro scoperte, il capo tribù Makah credette al suo dolore e le ostilità cessarono.
Il primo scontro
Un anno dopo altre giovani sparirono, i Makah chiesero subito aiuto ai Quileute che sentirono ancora quell’odore dolciastro nella foresta e partirono subito per la caccia.
Soltanto uno di loro tornò vivo, Yaha Uta, figlio maggiore della terza moglie e il più giovane della tribù.
(Non per spezzare il ritmo, ma mi sto chiedendo come siamo arrivati da Yaha Uta, Utlapa a nomi tipo Billy, Jacob, Sam…)
Tornò portando con sé uno strano cadavere, qualcosa che non si era mai visto in tutta la storia della tribù.
Tutti i consanguinei di Taha Aki, anche coloro che non si erano mai trasformati prima, sentirono quell’odore dolciastro e penetrante che emanava dalla creatura.
Yaha Uta raccontò che la creatura aveva l’aspetto di un uomo, ma la sua pelle era dura come pietra, pallido e con occhi rossi. Quando lo avevano trovato era con le ragazze Makah, una di loro già morta, dissanguata, l’altra era tra le sue braccia con la gola esposta alle sue zanne. Appena li vide, le spezzò il collo.
Uno dei fratelli l’aveva attaccato subito e la creatura, con una forza disumana, lo aveva squarciato come una bambola.
Unendo le forze, riuscirono a staccargli la testa coi denti, ma le sue mani non smisero di muoversi e continuarono a stritolare il fratello. Yaha Uta ridusse la creature in brandelli, ma era troppo tardi per salvare l’altro lupo.
I Freddi
Pensava di aver vinto, ma quando gli anziani iniziarono a toccare i pezzi per esaminarli, tornarono a muoversi, cercando di riattaccarsi.
Bruciarono tutti i brandelli e divisero le ceneri in tanti sacchetti, ognuno degli anziani ne avrebbe tenuto uno per sapere se la creatura stava cercando di ricomporre il suo corpo.
Quei sacchetti sono ancora distribuiti trai vari anziani della tribù, Billy, infatti tocca il nastrino di cuoio che porta al collo.
Lo chiamarono il Freddo o il Bevitore di Sangue e temevano che non fosse il solo, visto che ormai era rimasto un unico lupo a proteggere la tribù.
Il sacrificio della terza moglie
Passò poco tempo e questi timori si realizzarono, si trattava di una femmina questa volta, arrivata al villaggio in cerca di vendetta.
Era la creatura più bella che avessero mai visto, la sua pelle risplendeva alla luce del sole e i suoi occhi neri risaltavano su quel volto latteo. Alcuni si buttarono ai suoi piedi, in adorazione.
Fra i testimoni c’era solo un bambino discendente di Taha Aki che si strinse alla madre gridando che l’odore gli faceva male. Un anziano sentì le sue parole e capì che cosa stesse succedendo, urlò alla gente di scappare e fu il primo a essere ucciso.
Dei testimoni solo due sopravvissero, perché la vampira era stata costretta a placare la propria sete.
Corsero da Taha Uta che si trasformò immediatamente e si diresse contro la Fredda. Taha Aki, la terza moglie, i figli, lo seguirono, insieme a tutti gli anziani.
La Fredda non era forte come il suo compagno, però Yaha Uta era solo e fu sconfitto. Taha Aki, nonostante l’età avanzata, si trasformò il lupo.
La terza moglie aveva appena visto il figlio morire e adesso anche suo marito stava combattendo senza speranze. I suoi figli erano troppo giovani e sarebbero morti se il padre avesse perso lo scontro.
Aveva ascoltato quello che avevano detto i testimoni, così prese un coltello dalla cintura di un figlio e avanzò verso la Fredda. Lei sorrise senza avere timore né della donna, né del coltello e si girò per finire Taha Aki. La terza moglie si inginocchiò e si pugnalò al cuore.
La vampira non poté resistere al sangue e quella distrazione fu abbastanza per far in modo che Taha Aki serrò i denti nella sua gola. La lotta non era ancora conclusa, ma intanto i giovani figli si erano trasformati grazie alla rabbia che li aveva travolti.
Il mostro fu sconfitto.
La fine di Taha Aki
Dopo lo scontro e la morte della terza moglie, la sua vera anima gemella, Taha Aki non riprese mai le sembianze di un uomo e non si riunì alla tribù.
Per un giorno intero rimase accanto al corpo della moglie, non permettendo a nessuno di toccarla, per poi ritirarsi nella foresta e non tornare mai più.
Da quel momento i Quileute incontrarono raramente i Freddi, i figli di Taha Aki vigilarono sulla tribù, finché i loro figli non erano abbastanza grandi per prendere il loro posto.
Non si trasformarono mai più di tre lupi alla volta, numero sufficiente per proteggere la tribù. Quando un bevitore di sangue capitava nel loro territorio rimaneva spiazzato dal branco, a volte un lupo moriva, ma non si arrivò mai allo sterminio avvenuto in passato.
I Cullen e i Quileute
Il tempo trascorse e i discendenti di Taha Aki smisero di trasformarsi, i lupi sarebbero tornati solo in caso di necessità.
I Freddi erano sempre in gruppi poco numerosi di due o tre individui, fino ai tempi di Ephraim Black.
Il gruppo di vampiri che arrivò era molto numeroso. Loro, però, erano diversi, i loro occhi erano gialli e i loro modi umani. Il loro capo parlò a Ephraim e giurò che non avevano intenzione di far del male alla tribù, il branco era in numero inferiore, perciò cinsero un patto.
I Freddi rispettarono e rispettano il patto, ma la loro presenza attira altri della loro specie e un numero maggiore di vampiri porta altri ragazzi a trasformarsi e il branco si è ingrandito sempre di più, come sappiamo.
Quest’ultima parte la sappiamo tutti, lo so, ma dava un senso di conclusione, quindi ci stava. Tanto ormai l’articolo era lunghissimo un centinaio di parole in più che male potevano fare. Dovrei migliorare la mia capacità di sintesi…
In ogni caso potete leggere anche:
–Dal libro al film: Eclipse
–Curiosità: Eclipse
-Dal libro al film: Breaking Dawn – Parte 1 (in arrivo il 14 giugno)
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Bella leggenda, a me piace molto Twilight e questa leggenda sembrava reale. complimenti!!
Infatti, è un romanzo molto curato anche se molti ne parlano male!