La vera storia di Ariana Silente
Dall’articolo sulla Gazzetta del Profeta e ancora al matrimonio di Bill e Fleur, Harry viene a sapere che Silente aveva, oltre che un fratello, Aberforth, di cui conosceva già l’esistenza, anche una sorella più piccola, Ariana.
Tutti sapevano che era debole e malata e per questo stava sempre in casa e non frequentava Hogwarts.
La Skeeter, però, nel suo libro sostiene che, invece, si trattasse di una magonò. La famiglia Silente si era trasferita a Godric’s Hollow dopo che il padre, Percival, era stato condannato per aver aggredito tre babbani. La giornalista pensa che quel nuovo inizio fosse la scusa perfetta per nascondere la figlia senza poteri magici di cui si vergognavano.
La verità su questa famiglia ci viene raccontata da Aberforth, quando Harry, Ron e Hermione gli chiedono aiuto per entrare nella scuola e lui, invece, consiglia loro di scappare il più lontano possibile, perché Silente non era l’uomo che credevano.
La piccola Ariana Silente
Ariana aveva sei anni, quando tre ragazzi babbani la videro fare magie, attraverso la siepe del suo giardino.
Ariana era piccola per controllare i propri poteri e loro, probabilmente, erano spaventati (siamo nel 1890, tipo).
Dopo quell’aggressione non è più stata la stessa, non voleva usare la magia, ma non è possibile liberarsene, così è come cresciuta dentro di lei e l’ha fatta impazzire, esplodeva quando lei non riusciva a dominarla e a volte Ariana era strana e pericolosa. La verità è che era una bambina dolce e spaventata (dopo Animali Fantastici sappiamo che era un’Obscuriale.)
Suo padre inseguì quei ragazzi e li aggredì. Non disse mai la verità sulle motivazioni del suo gesto, altrimenti il Ministero avrebbe fatto rinchiudere Ariana al San Mungo, considerandola una minaccia allo Statuto Internazionale di Segretezza. Fu mandato ad Azkaban.
Per tenerla al sicuro si erano trasferiti e avevano sparso la voce che Ariana era malata e debole, per tenerla nascosta. La madre, Kendra, si prendeva cura di lei, cercava di farla stare tranquilla e serena.
Aberforth era molto vicino alla sorella, soprattutto rispetto a Silente, che stava sempre in camera sua tra i suoi libri e i suoi premi, sempre occupato a mantenere una corrispondenza con i maghi più influenti.
L’amicizia tra Albus e Grindelwald
A quattordici anni Ariana ebbe uno dei suoi attacchi, i suoi fratelli erano a scuola e con lei c’era solo la madre, non più giovane come una volta. Ariana non riuscì a controllarsi e Kendra rimase uccisa.
Albus dovette annullare il suo viaggio con Elphias Doge, era diventato il capofamiglia e doveva stare a casa con Ariana, mentre Aberforth terminava gli studi.
Aberforth si offrì di lasciare la scuola e badare lui ad Ariana, ma Silente non voleva che rinunciasse alla sua istruzione.
Stare a casa con la sorella non gli permetteva di continuare la strada verso la grandezza che aveva iniziato con la scuola.
Non c’erano situazioni motivanti in quel piccolo villaggio, finché non arrivò Grindelwald, dotato e intelligente, come lui, con il quale poteva parlare, fare progetti, ideare un nuovo ordine magico e pianificare la ricerca dei Doni della Morte.
Tutto questo fece passare Ariana in secondo piano. Aberforth stava per tornare a scuola dopo le vacanze e non sopportava di lasciare Ariana in quella situazione.
Lo scontro tra Grindelwald, Aberforth e Silente
Aberforth li affrontò entrambi, faccia a faccia, non voleva che Albus si portasse dietro Ariana, dovunque volesse andare a fare i suoi discorsi, era troppo debole e viaggiare l’avrebbe stressata.
Grindelwald si arrabbiò, disse ad Aberforth che non capiva quello che stavano facendo, che una volta che il loro progetto si sarebbe realizzato, Ariana non si sarebbe più dovuta nascondere. Nessun mago avrebbe dovuto nascondersi, mai più.
Presero le bacchette, Grindelwald gli inflisse la Maledizione Cruciatus, Albus tentò di fermarlo e si ritrovarono tutti e tre a lottare.
I lampi e le esplosioni innervosirono Ariana, Aberforth pensa che lei probabilmente voleva aiutarlo, ma venne colpita, non sa dall’incantesimo di chi, e morì.
Grindelwald tagliò la corda, aveva già troppe malefatte a suo nome e Albus non dovette più rimanere bloccato a casa con la sorella.
Le parole di Silente
Harry difende subito Silente, racconta ad Aberforth che la morte della sua morte, aveva dovuto bere una pozione che lo aveva fatto impazzire, si era messo ad urlare e a supplicare qualcuno.
Urlava “Non far loro del male, ti prego… fa male a me, invece”. Adesso Harry sa che Silente pensava di trovarsi di nuovo nel giorno della morte di Ariana. Albus non era mai stato libero, dopo quel giorno, i sensi di colpa lo avevano attanagliato per tutta la vita.
Aberforth continua a sostenere che se Silente avesse davvero voluto bene a Harry, non gli avrebbe affidato quella missione suicida. Stava pensando ancora ad un bene superiore, non era cambiato.
Quando Harry incontra Silente, dopo che Voldemort lo aveva ucciso nella foresta, gli chiede spiegazioni su quell’incidente.
Silente si disprezza per quello e pensa che dovrebbe farlo anche Harry. Confessa che era stato seccato dal dover rimanere a casa. Si era sentito sprecato e le idee di Grindelwald lo avevano infiammato, anche allora riusciva a vedere la sua crudeltà, ma si era convinto che i sacrifici sarebbero stati ripagati.
Dopo l’incidente di Ariana, Grindelwald fuggì e Silente dovette affrontare le conseguenze delle sue scelte.
Passarono gli anni, Grindelwald diventava sempre più grande e Silente sapeva di dover intervenire per fermarlo, ma rimandava. Rimandò finché non fu più possibile sottrarsi ai suoi doveri.
Aveva aspettato così a lungo perché aveva paura. Non sapeva quale bacchetta avesse scagliato la maledizione che aveva ucciso sua sorella e non voleva essere certo di esserne il diretto responsabile.
In conclusione
La triste storia di Ariana Silente si chiuse così. Ma alla fine Aberforth aveva ragione su suo fratello. Forse, quasi sicuramente, aveva voluto bene a Harry, ma stava pensando al bene superiore per tutti gli anni che hanno passato insieme.
Harry doveva essere sacrificato, perché Voldemort alla fine morisse per sempre. Poteva ipotizzare o sperare, che Harry riuscisse a sopravvivere, ma non ne poteva essere certo.
Sicuramente, però, Harry si è trovato d’accordo con il vero piano di Silente, che senso avrebbe avuto rimanere vivo, in un mondo pieno di terrore e paura?
La smetto con i viaggi mentali, potete leggere anche:
–I ricordi di Severus Piton
–I Doni della Morte
–La fine di Tom Marvolo Riddle
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A presto, Alle.