Recensione film: Bianca come il latte rossa come il sangue
Paese di produzione: Italia
Durata: 102 minuti
Genere: drammatico, commedia
Bianca come il latte rossa come il sangue è un film del 2013, tratto dall’omonimo romanzo di Alessandro D’Avenia, diretto da Giacomo Campiotti.
Il film e il libro sono molto diversi se volete sapere come potete trovare tutte le differenze qui: Dal libro al film (In uscita il 18 dicembre).
Trama
Leo frequenta il terzo anno di liceo, non ama studiare e spesso risponde ai professori, rendendosi un po’ il buffone della classe. Per sua fortuna la sua migliore amica, Silvia, è una studentessa modello ed è sempre disposta a venire in suo aiuto.
È innamorato di Beatrice, una ragazza più grande di un anno, coi capelli rosso fuoco. Leo, però, non ha mai trovato il coraggio di parlarle.
Il suo amico e compagno di banco, Niko, si è stufato di sentirlo vaneggiare, così lo obbliga ad andare da lei a ricreazione. Leo arriva a pochi metri dalla ragazza, ma non ce la fa. Niko, però, non si arrende e lo porta in un cinema, dove sa che Beatrice è andata a vedere un film romantico.
Entra in sala e finalmente la trova, ma gli altri spettatori non sono molto contenti di sentirli parlare, così Beatrice gli dice che si parleranno a scuola.
Il giorno dopo non la vede, sente da alcuni ragazzi di quarta che era a casa malata, subito dopo c’è Pasqua, e Leo non vede l’ora che le vacanze finiscano, per parlare finalmente con Beatrice.
Al ritorno a scuola, però, scopre che Beatrice era stata ricoverata in ospedale per la leucemia.
Commenti e critiche
Prima di tutto ci sono due cose molto importanti:
- Filippo Scicchitano, che interpreta Leo, mi ricorda in modo spaventoso Guglielmo Scilla o willwoosh, per chi lo conosce da YouTube.
- Si vede lontano un miglio che gli attori sono più che ventenni e stona da morire, soprattutto Aurora Ruffino, che interpreta Silvia.
Per il secondo punto, lo so! Lo so che anche in molti altri film ambientati alle superiori succede la stessa cosa, ma vi giuro che mi è capitato pochissime altre volte che desse fastidio come in questo film.
In ogni caso, torniamo alle cose serie. Non mi è piaciuto.
Non è la storia di per sé, anzi secondo me la trama è stata migliorata parecchio rispetto al romanzo ed è, tutto sommato, carina.
Gli effetti speciali che hanno usato per rendere le sensazioni o le immagini che usa Leo per descrivere la situazione non mi sono piaciute. Ad esempio parla dei professori riferendosi a loro come “vampiri” e hanno fatto una scena in cui si vedono tutti i prof in aula, ognuno nella propria ora, ma sovrapposti, e ce n’è uno, quello che, per l’appunto, era stato descritto come vampiro, che si vede muoversi ovunque, passando dal pavimento al soffitto, con un taglio scena, mentre mostra i denti. Assolutamente da evitare!
Forse così non rende, ma da guardare è davvero pessima.
In un’altra in cui Leo si sente come inghiottito dal terreno per la paura di andare a parlare con Beatrice, si vede il pavimento ad onde e i suoi piedi che sono attaccati ad esso. Ma fatto in una maniera proprio brutta e io non sono esperta di queste cose. Se le avesse viste qualcuno che se ne intende forse si sarebbe strappato gli occhi.
In molti altri film questi stati d’animo o immaginazioni sono state rese usando altri metodi, inquadrature, colori, musiche… che rendono la scena molto più professionale. Insomma non sono in grado di dare una soluzione, ma sono sicura che ce ne siano.
Probabilmente voleva dargli un tocco personale, un po’ diverso dal solito, però a me non è piaciuto per niente che cosa ne è venuto fuori.
In generale non apprezzo i film per ragazzi italiani e non capisco perché abbia avuto tutto questo successo.
Ho trovato interessante, però, il fatto che ci sia il tema cancro, ma che in qualche modo rimanga il co-protagonista dell’opera. Si parla di lui, ma non gira tutto intorno a questo. La storia di Beatrice è parallela a quella di Leo e Silvia, e ha aiutato Leo a capire quali fossero i suoi veri sentimenti e che cosa sia l’amore.
Un dettaglio che ho apprezzato molto è stato inserire in ogni scena qualcosa di rosso, auto, decorazioni, indumenti. In ogni scena c’era questo colore, ed è stata un’idea geniale, perché in qualche modo rispecchia l’importanza che hanno i colori per il protagonista.
Anche tutte le volte che ha pitturato la sua camera, secondo me, è stato aggiunto per rispecchiare cosa sentisse in quel momento Leo, visivamente, visto che un monologo ogni volta sarebbe risultato noioso.
In conclusione
Non consiglierei questo film, anche se, se uno dovesse scegliere tra questo e il romanzo, senza dubbio farebbe meglio a guardarlo. In ogni caso mi ricordo che anni fa aveva fatto abbastanza successo, ne ho sentito parlare un po’ ovunque e davvero tanto trambusto per nulla.
Per questa recensione è tutto, se volete rimanere aggiornati andate a mettere un mi piace alla pagina Facebook o seguitemi su Instagram o sugli altri social che trovate sulla destra (o in alto).
A presto, Alle.

Bianca come il Latte Rossa come il Sangue, DVD – Amazon

Bianca come il Latte Rossa come il Sangue, Romanzo – Amazon