Prima di domani; Lauren Oliver
Prima di domani di Lauren Oliver, è stato pubblicato per la prima volta nel 2010 dalla casa editrice Piemme, in italiano era stato chiamato E finalmente ti dirò addio. Il libro è stato ripubblicato nel 2017 dopo l’uscita del film, con il nuovo titolo e la nuova immagine di copertina.
Il titolo originale è, ed è sempre stato, invece, Before I Fall, così come il film in lingua originale.
Trama
Sam e le sue tre migliori amiche sono all’ultimo anno di liceo, hanno tutto quel che si può volere a quell’età. Sono popolari, possono fare quello che vogliono all’interno della scuola e hanno dei ragazzi che tutte vorrebbero.
Quel giorno, però, quel venerdì 12 febbraio, il Giorno dei Cupidi, dopo la festa di Kent McFuller, Samantha, Lindsay, Ally ed Elody fanno un incidente in macchina. Non si accorgono nemmeno di che cosa colpisce la macchina e la fa andare sottosopra.
Il mattino dopo, però, Samantha si sveglia, esattamente come la mattina precedente, non capisce che cosa sia successo e pensa di essersi sognata tutto, finché non si rende conto che tutto quello che era successo il giorno precedente si sta ripetendo, come in un deja-vù. Anche l’incidente.
Si sveglia di nuovo e la giornata torna a ripetersi, cerca di cambiare gli avvenimenti, ma la mattina dopo è ancora venerdì e capisce di essere intrappolata in un loop temporale e che qualsiasi cosa lei faccia sembra non cambiare niente.
Review
Diciamo che come recensione, quella del film e quella del libro potrebbero essere uguali, perché a parte qualche piccolo dettaglio in più che troviamo, ovviamente, nel romanzo, e qualche cambiamento per rendere il film più scorrevole, le due versioni sono uguali, cambia il mezzo, e quindi anche la mia opinione in merito, se state cercando una recensione potete trovarla qui.
Non ho niente da ridire sullo stile di scrittura, mi è piaciuto, trasmette bene il messaggio che vuole passare, è molto semplice, per un pubblico giovane, ma potrebbe soddisfare anche persone più grandi che stanno cercando qualcosa di leggero.
Ho deciso di pubblicare lo stesso questo articolo anche se non ho nient’altro da aggiungere per quanto riguarda la recensione, perché volevo condividere un ragionamento che questo libro mi ha ispirato.
Un pezzo in particolare del libro mi ha dato da riflettere: Sam prima di diventare amica di Lindsay, o meglio, prima che Lindsay decidesse di parlarle, si può dire che era una persona completamente diversa. Aveva la camera piena di trofei di equitazione, sport che amava praticare, non si faceva problemi a fare amicizia con persone come Kent, ad esempio, era dolce e gentile con la sua familia.
Da quando Lindsay è entrata nella sua vita, da quando è diventata più popolare, però, ha praticamente ripudiato tutto quello che era, ha tolto tutti i trofei dalle mensole, imparato a vestirsi, a prendere il piatto giusto alla mensa, a stare lontano dalla gente come Juliet o Kent che potevano ritrascinarla sul fondo.
Si rende conto di avere il terrore di dire o fare qualcosa di sbagliato per paura di sembrare una sfigata. Di stare con un ragazzo che le piaceva perché era “quello figo”, e ci sta tuttora nonostante si sia resa conto che non le interessava minimamente.
Insomma recita per tutto il tempo.
Ovviamente un po’ lo facciamo tutti costantemente in pubblico, dobbiamo attenerci a delle regole, non ferire gli altri, vestirci in modo adatto al contesto… ci sono un sacco di paletti insomma. E sono pure utili spesso, ma in fondo, però, nel nostro privato sappiamo cosa ci piace o che abbiamo fatto qualcosa solo perché la situazione voleva così. Ne siamo consapevoli.
Invece, credo che quello che succeda alle superiori e alle medie o in altre situazioni di gruppi simili sia più pesante. Fingiamo, fino a convincere noi stessi che qualcosa non ci piaccia, che una persona si meriti il nostro sdegno o che il nostro comportamento sia giusto, senza farci nessuna domanda.
Non ci importa di perdere noi stessi e il più delle volte nemmeno ci rendiamo conto che è successo. Che abbiamo rinunciato ad una determinata cosa non perché non ci piacesse più, ma perché qualcun altro ci aveva detto (o fatto capire), involontariamente o meno, che quello che ci piace non vada bene.
Spesso si arriva a rendersi conto di aver fatto quella rinuncia per cause esterne e non per volontà, solo quando ci si sbatte il naso contro.
E io mi chiedo, se non succedesse mai?
Se cambiassimo per sempre, rinunciando a qualcosa che ci rende felici e non ce ne accorgessimo mai?
Non sto dicendo che i nostri amici siano cattivi e cerchino di strapparci via l’anima, non esageriamo. Ma credo che ogni tanto sia importante fermarci a pensare e chiederci se vada tutto bene. Riflettere sul perché stiamo facendo, o non facendo, qualcosa.
In conclusione
Ho finito per questa non-recensione e non lo so, spero che la mia riflessione possa essere condivisa da qualcuno, o porti ad un’altra riflessione e così via.
Ah tra l’altro volevo segnalare un piccolo errore che ho trovato nella trama. Quando scoprono che Juliet si è suicidata sono a casa di Ally ed è sua madre a dar loro la notizia. Più tardi, però, Sam ripensa all’accaduto e dice che la madre di Lindsay glielo aveva detto. Mi chiedo come mai non si sia accorta di questo errore la persona che doveva correggere la bozza.
Si tratta di un libro molto scorrevole e se state cercando qualcosa di leggero è un buon candidato, soprattutto se non si vuole occupare troppo tempo e impegno. Se vi va di leggerlo lo potete trovare qui: Prima di domani; Lauren Oliver
Se, invece, siete curiosi della mia opinione sul film, potete cliccare qui.
Potrebbe interessarvi anche: Dal libro al film: Prima di domani e Curiosità: Prima di domani.
Vi saluto e, mi raccomando, se volete rimanere aggiornati, oppure semplicemente aiutarmi, andate a mettere un mi piace alla pagina Facebook, seguitemi su Instagram o sugli altri social che trovate sulla destra (o in alto), condividete e commentate.
A presto, Alle.

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