Introduzione
Dopo di te è il sequel del romanzo di Jojo Moyes Io prima di te, pubblicato nel settembre 2015, mentre in Italia nel maggio dell’anno dopo.
Non ho ancora sentito nulla sul fatto che anche questo libro diventerà un film, io sinceramente spero proprio di no e che Io prima di te rimanga un film unico.
Vi lascio la recensione di Io Prima di Te
Trama
Due anni dopo la morte di Will, dopo aver girato un po’ per l’Europa, Louisa si ritrova a vivere a Londra e a lavorare nel bar dell’aeroporto. È distrutta e arrabbiata, non è andata a reclamare il posto che aveva ottenuto all’università, e con i soldi di Will ha deciso di comprare un appartamento. Una notte si trova sul tetto del suo palazzo a parlare con un Will nella sua testa, dopo aver bevuto una bottiglia di vino, quando sente una voce dietro di sé, si spaventa e scivola giù dal tetto. Fortunatamente se la cava con qualche osso rotto e delle contusioni, i suoi genitori e i medici, però, pensano immediatamente che abbia cercato di suicidarsi. Passa un mese a casa dei suoi genitori e quando vuole tornare a Londra suo padre le fa promettere che inizierà a frequentare un gruppo di sostegno, Louisa accetta anche se non ci crede per niente.
Commenti e Critiche
Dopo di te è un sequel assolutamente inutile, la storia si chiudeva benissimo con Louisa al tavolino del bar di Parigi, mentre leggeva la lettera di Will. Era molto più bello per il lettore il finale aperto, lasciarlo libero di immaginare quello che vuole, pensare che sia andata all’università, finalmente, libera da ogni cosa, avesse realizzato i suoi sogni, in modo positivo, o che fosse crollata nell’autocommiserazione.
Invece così ha deciso lei e, sinceramente, credo abbia fatto delle pessime scelte.
Come potete leggere sulla copertina che ho messo in alto, questo libro è stato pubblicizzato come “l’attesissimo seguito”. Non so, ma credo che praticamente nessuno volesse un seguito di un libro del genere, sarebbe stato come fare il seguito di Colpa delle Stelle, solo per vedere Hazel distrutta dal dolore e infine veder morire anche lei, che senso avrebbe avuto? La morale nel romanzo c’era già, poi uno ci arriva da solo che dopo un lutto non è tutto rose e fiori, che prima soffri e poi ti rialzi e vai avanti con la tua vita, non c’è bisogno certo di un altro libro.
In più, tra l’altro, Io Prima di te, finisce con un capitolo in cui si legge il documento legale, nel quale in sostanza scagionano i signori Traynor e Louisa per omicidio (visto che in Inghilterra il suicidio assistito è illegale e così via, in più Will aveva lasciato dei soldi a Louisa ed era sospetto), e dice che lei ha testimoniato, ha mostrato il quaderno dove c’erano tutti i programmi che aveva preparato per Will, per fargli cambiare idea. Quindi deve essere rimasta a Londra per qualche tempo, dopo essere tornata dalla Svizzera, ma in Dopo di te, dice che parte “direttamente per Parigi senza passare da casa”, quindi io presumo subito dopo la Svizzera? Non si capisce, e in ogni caso non ha senso.
Questo era un pelo nell’uovo, lo ammetto, ma mi ha lasciata interdetta, quindi ho voluto scriverlo.
Iniziamo da Louisa: dopo Will era cambiata, aveva iniziato a smettere di accontentarsi di quello che le accadeva e ad annientarsi in favore degli altri, aveva iniziato a pensare a sé stessa e in questo libro, invece ci ritroviamo praticamente con la Louisa che troviamo all’inizio di Io prima di te, in più arrabbiata e depressa. Io capisco che non poteva andare avanti come se niente fosse dopo aver accompagnato Will, l’uomo che amava e che l’aveva fatta diventare quello che era, senza un graffio, ma farla regredire, fino al punto di partenza, non lo trovo assolutamente giusto, soprattutto per noi lettori.
Il fatto veramente fastidioso è che dall’inizio alla fine del libro Dopo di Te, fa lo stesso, identico percorso che fa nel primo e, sì, nella vita può succedere, non è impossibile, ma non trovo la necessità di scriverci un libro sopra! Aveva già scritto il primo, non scriverne uno in cui la protagonista fa praticamente la stessa cosa, ma in modo molto più stupido e insensato, diventando, davvero, lo zerbino di chiunque passa.
Tutti gli avvenimenti che vengono fuori nel corso del libro sono uno più insignificante e/o a caso dell’altro, mi sembrano completamente buttati lì giusto per allungare la storia, perché se no non aveva niente in mano, alcuni tra l’altro, mi sono sembrati che andassero contro le caratteristiche dei personaggi che avevamo visto nel libro precedente.
Ho capito come finisse Io prima di te dalla prima volta che ho visto il trailer, ma in me era rimasta una piccola speranza di essermi sbagliata, finché non sono venuta a conoscenza del sequel e ho visto l’immagine di copertina il titolo. In quel momento ho pensato: “Bene allora muore davvero”, e subito dopo: “Questo libro sarà una cagata”.
E infatti, è stata un’agonia finirlo, se non fosse stato per il fatto che non riesco a lasciare le cose a metà (e ovviamente perché volevo fare questa recensione), non l’avrei probabilmente nemmeno iniziato.
Tuttavia la cosa più brutta è stata che, nonostante sapevo benissimo, in partenza, che non mi sarebbe piaciuto, mi sono dovuta correggere, è stato addirittura molto peggio di quanto mi fossi aspettata.
Nonostante amassi il personaggio di Louisa, durante questo libro ho iniziato, davvero, a detestarla, e mi è dispiaciuto, perché se mi fossi fermata al primo, avrei un bel ricordo di lei. (Ho un bel ricordo, perché ho deciso che per la mia sanità mentale, dopo questa recensione, fingerò che Dopo di te, non esista, fino a che non faranno il film per lo meno).
Immagino che avesse l’intento di affrontare un’altra tematica legata a quella di prima, ovvero “Cosa succede a chi rimane”, è ovvio che quello che succede a chi rimane probabilmente fa schifo, che non è giusto che altri debbano soffrire per la scelta di una persona, però, intanto il mondo non è sempre così semplice e dopo un po’ la vita va avanti, almeno sai che quella persona ha smesso di essere infelice, visto che lo era e lo sarebbe stata. Inoltre, a me è sembrato che il messaggio di questo libro vada abbastanza contro tutto ciò che portava a pensare in Io prima di te; chiudiamo il primo libro con una lettera di incoraggiamento e una persona che comunque ha smesso di soffrire e dobbiamo leggere altre quattrocento pagine sul fatto che in realtà ha rovinato la vita a tutti ed è stato uno stronzo? Che era meglio se avesse continuato a vivere soffrendo, perché poi avrebbe scoperto una cosa (non dirò quale perché vorrei evitare di fare spoiler), che magari gli avrebbe fatto cambiare idea? A me sembrava abbastanza chiaro il messaggio: “So che potrebbe essere una bella vita, ma non è quella che io volevo e non c’è assolutamente niente al mondo che possa farmi cambiare idea, scusate”.
Secondo me quando fai libri su queste tematiche, molto sentite dal pubblico, dopo devi lasciare spazio al lettore, mi sto ripetendo, lo so, ma per me è importante. Lasciare al lettore lo spazio di assimilare, di farsi un’idea sua, non di mettere altra carne sul fuoco, facendo vedere cosa accade dopo, soprattutto se quello che accade non è davvero nuovo e significativo, ma un rimescolamento del vecchio.
Poi la Moyes ha scritto una vagonata di altri libri, non potevi inventare altri personaggi con un background simile a quello di Louisa per parlare di questi altri argomenti?
L’unico punto interessante della trama, giuro, l’unico che leggevo con un pelo più di trasporto, è la storia della madre di Louisa, che, sotto consiglio di Treena ha iniziato a leggere libri femministi, poi ha iniziato ad uscire da sola, a frequentare vari corsi; nel primo libro non andava nemmeno a far la spesa da sola e qui un giorno si è spinta perfino a Londra a trovare sua figlia, prendendo il treno e poi la metro. Man mano questo personaggio cresce e capisce che nonostante ami suo marito e la sua famiglia è il momento che si realizzi anche lei come donna, che non deve sempre dipendere da qualcuno, che può fare quello che vuole, se lo vuole. Quindi almeno qualcosa di positivo è successo.
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Avrei ancora un sacco da scrivere, scendendo nello specifico, ma dopo vi rivelerei troppo della trama e ve la “rovinerei”, sempre che questo sia possibile.
Mi dispiace davvero tanto che abbia voluto scrivere questo libro, mi ha lasciato con l’amaro in bocca.
Non vedo davvero come possa essere utile, come possa aggiungere qualcosa di significativo alla trama, se non rovinare tutto, se avete letto il primo libro e vi state domandando se leggere o meno il secondo, fate finta che non esista nemmeno e tenetevi la bellezza della storia di Io prima di te.
Alle.
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