Introduzione
Il libro della giungla, è il remake in live action, del 2016, dell’omonimo film di animazione Disney del 1967, a sua volta ispirato al famoso romanzo di Rudyard Kipling; è stato diretto e co-prodotto da Jon Favreau e scritto da Justin Marks.
Mowgli è stato interpretato da Neel Sethi e tra i doppiatori in lingua originale troviamo Scarlett Johansson (Kaa, il serpente), Ben Kingsley (Bagheera), Bill Murray (Baloo), Idris Elba (la tigre Shere Khan) e Christopher Walken (Re Luigi).
Trama
Mowgli è stato adottato dal branco di lupi, dopo che Bagheera lo ha trovato da solo nella giungla. È stato accettato dagli altri lupi, anche se spesso il suo comportamento non è esattamente quello di un lupo e Bagheera continua a ripetergli di non usare i suoi “trucchetti da cucciolo d’uomo”. Durante la tregua nel periodo di siccità, quando tutti gli animali sono radunati attorno alla piccola pozza d’acqua rimasta, Shere Khan, la tigre lo minaccia, ricordando a tutti che gli umani sono banditi dalla giungla. I lupi lo difendono, ma Shere Khan promette loro che quando le piogge arriveranno loro faranno meglio a consegnargli il cucciolo d’uomo, oppure in molti cadranno.
Il branco si riunisce per decidere cosa fare, Mowgli prende la parola, ha deciso di andarsene per proteggere tutto il branco, così parte con Bagheera. Shere Khan li insegue, ma la pantera riesce a trattenerlo, mentre Mowgli scappa.
Shere Khan si reca nel territorio del branco e uccide il capo, Akela, consapevole che appena la voce giungerà a Mowgli sarà lui a tornare indietro per scontrarsi con la tigre.
Commenti e Critiche
Senza ombra di dubbio questo, per il momento, è il remake realizzato dalla Disney che preferisco in assoluto. È davvero fantastico, emozionante, gli effetti speciali, in particolar modo gli animali sono bellissimi, anche quando parlano. Sono uscita dal cinema coi brividi.
Non mi ricordavo quasi per nulla il cartone, la prima volta che ho guardato il film, e quando lo sono andata a riprendere mi ha sorpreso tantissimo il fatto che sia estremamente noioso. Dura poco più di un’ora, molto meno del film, che ne dura quasi due, ma scorre in maniera talmente lenta che arrivare alla fine è davvero una fatica. Al contrario la versione in live action non fa in tempo ad iniziare che è finita.
Tra i cambiamenti che ho apprezzato di più ci sono in generale la rappresentazione degli animali, che nel cartone animato sono caricature umane, simili a quelli che si vedono in Robin Hood, per intenderci, nonostante non abbiano un ruolo umani nella storia, come in quest’ultimo; quindi li ho trovati piuttosto ridicoli e anche abbastanza insopportabili.
Capisco che si tratti di un film d’animazione per bambini, però alcune volte scadono un po’ troppo nel ridicolo.
Un’altra cosa molto bella è la rappresentazione degli elefanti come coloro che hanno creato i fiumi, molto mistica e data la grandezza di queste creature, rispetto a quella di tutti gli altri rende credibile il tutto.
Ovviamente dubito che nella realtà gli animali si creino una mitologia o che si preoccupino dell’origine del mondo, però in un film è molto carino, soprattutto se pensiamo che nella versione nel 1967 gli elefanti erano dei soldati solo bravi ad eseguire gli ordini, (il che è totalmente coerente con l’anno in cui è stato prodotto, sia chiaro).
Mowgli che nel film d’animazione è totalmente in balia degli eventi, solo bravo a fare lo sbruffone, qui si è trasformato in un ragazzino caparbio e intelligente, capace di usare al meglio le sue doti per cambiare il suo destino, che è, a mio parere, un gran bel messaggio da mandare a chiunque, ma soprattutto a chi sta ancora crescendo.
La scelta di riprendere le canzoni originali è stata un’ottima scelta, che crea una linea di continuità con la nostra infanzia e ci fa apprezzare ancora di più l’evoluzione che ha subito la trama.
Un dettaglio che mi ho apprezzato molto è stato il “fiore rosso”, nel film d’animazione hanno mantenuto la parola fuoco, cambiato qui, per l’appunto, con “fiore rosso”, che è molto più misterioso e molto più da animali, che giustamente non sanno tutti i nomi che noi abbiamo dato agli oggetti. L’ho trovato molto carino.
Bagheera si arrabbia spesso con Mowgli quando usa i suoi trucchetti da uomo e non si comporta da lupo, ma lo fa in particolar modo, PICCOLO SPOILER, quando il ragazzo distrugge tantissimi alveari. Sono abbastanza convinta che si tratti di un messaggio per tutti noi umani che spesso esageriamo e non ci rendiamo conto delle gravi conseguenze delle nostre azioni, nonostante la spiccata intelligenza che ci contraddistingue. Finiamo così spesso per distruggere ambienti e condannare specie animali, facendo anche del male a noi stessi, perché da qui non è che possiamo andarcene, senza considerare che neanche sarebbe giusto come ragionamento.
Passiamo a quello che mi ha lasciata un po’ perplessa.
Tutti gli animali parlano, o meglio, Mowgli è in grado di capire tutti gli animali, ma le scimmie no. Inizialmente ho pensato che fosse così anche nel cartone animato e non ci ho dato molto peso, mi sono data come spiegazione, ad hoc, il fatto che magari le scimmie sono più vicine agli esseri umani e quindi Mowgli non le capisse, ma poi parla con l’orango, ancora più vicino a noi evolutivamente parlando. Quindi non ha senso.
Guardando il cartone, invece mi sono resa conto che lì le scimmie parlano, e sono pure delle stronzette, quindi non capisco bene perché le abbiano rese mute.
Tornando all’orango, Re Luigi o King Louie: è assolutamente enorme! Capisco voler creare del pathos, quella parte è a dir poco incredibile, ma altrettanto irrealistica. Gli oranghi giganti esistono tutt’ora, e sono belli grandi, ma non così giganteschi. Ho letto che Re Luigi dovrebbe essere un Gigantopithecus, specie teoricamente estinta un milione di anni fa, ma anche se ne fosse rimasto uno, credo che le misure siano comunque esagerate. Anche se non lo fossero, avrei scelto qualcosa di un po’ meno morto un sacco di tempo fa.
Se si guardano i messaggi che invece lanciava la versione animata, sono molto inquietanti, contando che è stato realizzato “solo” cinquant’anni fa. Bagheera lo sta riportando al villaggio degli uomini sostenendo fermamente che ognuno deve stare coi suoi simili se no non va bene, questo è stato trasformato in un molto meno razzista: “ad ognuno serve un branco e nella giungla nessuno può proteggerti”.
Poi alla fine del cartone Mowgli torna con gli umani, quando fino a due minuti prima non voleva in alcun modo, solo perché c’è una bambina con gli occhioni dolci (che tra l’altro canta una canzone che dice alle bambine che tanto finiranno in cucina come la mamma). E sono passati solo cinquant’anni e abbiamo fatto passi avanti nella teoria, ma se si va a guardare la pratica, la vita vera, ci si rende conto che in realtà non siamo poi così lontani purtroppo.
Quindi, quindi, quindi sono entusiasta tuttora di questo film, credo che lo riguarderò un sacco di volte e vi consiglio vivamente, se ancora non lo avete fatto, di fare altrettanto. Se amavate il cartone animato, non potete non apprezzare anche il film, lo potete trovare qui e direi che vale la pena di averlo in casa.
Manca poco all’uscita de La Bella e la Bestia e io non vedo l’ora,
Alle.