Introduzione
La Libreria dei desideri è il romanzo di esordio della scrittrice americana Claire Ashby, il titolo originale era When You Make It Home, ma capisco che in italiano sarebbe suonato male.
La prima edizione è stata pubblicata nel 2014, ma la mia copia è del febbraio del 2016. La casa editrice è la Newton Compton Editori.
Trama
Meg è una giovane libraria, intrappolata in storie con ragazzi che finiscono sempre per abbandonarla.
Il suo ultimo errore, però l’ha portata a diventare una donna single incinta, e decide di tenere per sé la notizia della gravidanza.
Ad una festa a casa della sua amica Ellie incontra Theo, un ragazzo rimasto ferito in guerra. Lui l’aiuterà ad affrontare questo momento difficile mentre tra loro si crea un legame che anche i due fanno fatica a capire.
Riuscirà Meg a superare l’abbandono che ha subito da piccola e a fidarsi finalmente di qualcuno?
Commento e Critica
È il primo libro che leggo di questo genere, in realtà non saprei nemmeno in che genere classificarlo, ma per me è una novità, e devo dire che l’ho trovata interessante. I fatti sono narrati senza troppi giri di parole, la realtà è lì davanti agli occhi del lettore, comprese alcune scene di rapporti, che comunque non risultano troppo volgari, c’è chi non trova questo stile narrativo bello, anzi lo trova inutile e che non coglie la completezza dell’atto, al contrario io lo trovo piuttosto vicino al vero.
Ci troviamo a seguire la vicenda nella testa di Meg, la protagonista. Seppur con leggerezza questo romanzo tratta di argomenti duri che possono toccare i lettori anche da vicino, come una gravidanza indesiderata, l’abbandono da parte di un genitore, questione che può segnare una persona per tutta la vita e si possono vedere due modi di affrontare la situazione, ovvero quello di Meg, che vorrebbe conoscere la madre e sapere perché se ne sia andata e quella opposta del fratello gemello Steve che, invece, si arrabbia quando Meg gli confessa i suoi desideri. Theo è stato ferito in guerra, rimettendoci una gamba e inizialmente sembra fare di tutto per non affrontare la sua perdita, rendendosi in ogni modo utile a Meg e rabbuiandosi quando non gli era possibile. Poi c’è anche il tema di che cosa vuol dire essere genitori, che a volte non ha niente a che vedere con il Dna.
Insomma in trecento pagine ci sono la maggior parte degli avvenimenti complicati a cui uno si può trovare davanti nella vita e comunque non diventa troppo, non è banale e non annoia. La narrazione rimane semplice, scorrevole e piacevole da leggere e non mancano i colpi di scena, a cui, ma probabilmente sono io ad avere i prosciutti sugli occhi, non sono arrivata, per lo meno alcuni mi hanno sorpresa e tenuto lì con il naso attaccato alle pagine.
So che solitamente le cose che non mi sono piaciute le scrivo all’inizio, ma cambiamo per una volta.
La cosa che ho apprezzato di meno di questo romanzo è stata la traduzione italiana, ho trovato delle frasi che non credo fossero completamente corrette o che comunque suonavano malissimo e per capirne il senso avevi bisogno di rileggerlo. Che sembra proprio un controsenso con lo scorrevole di prima effettivamente, ma per fortuna gli errori rimanevano circoscritti, quindi la maggioranza del libro rimaneva intatta.
Per concludere la mia recensione: La Libreria dei Desideri è tra i libri che vorrei e che ho nella mia libreria e che consiglierei non solo di leggere, ma anche di acquistare. Lo potete trovare comodamente cliccando qui.
Credo che un 8 pieno se lo meriti ampiamente.
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A presto,
Alle